Interviste e Storie

L’amore per Catanzaro e la gioia per la Fiamma Olimpica, Palanca: “Sono felice come un bambino”

La leggenda giallorossa guiderà la Fiamma Olimpica nella tappa del 20 dicembre 2025: la sua emozione ai microfoni di Gianlucadimarzio.com

Un paio di scarpini misura 37, un pallone che sembrava seguirne i pensieri e una curva che cantava “Massimé pare ‘na molla”. Così iniziava la storia di un ragazzo marchigiano che a Catanzaro ha trovato una patria sportiva, un’appartenenza, un amore reciproco durato tutta la vita. Un amore che lui stesso ha sempre ricambiato: “Io il Catanzaro l’ho sempre tifato, dalla Serie C fino alla gioia della Serie B riconquistata nel 2023 con la squadra di Vivarini”, racconta oggi ai microfoni di Gianlucadimarzio.com, senza esitazioni. Ora quella stessa città lo ha scelto per uno dei gesti più solenni dello sport: portare la Fiamma Olimpica nel suo tratto più atteso.

La torcia di Milano Cortina 2026 arriverà nel capoluogo calabrese il 20 dicembre 2025 e tra i tedofori designati brilla il nome di Massimo Palanca, l’attaccante dal sinistro poetico che ha segnato un’epoca: Essere uno dei diecimila è un onore grandissimo” dichiara, lasciando trasparire un’emozione che non prova a nascondere. Aggiunge che portarla nella città che lo ha adottato rende la soddisfazione “doppia”.

Catanzaro lo aspetta come si aspetta un figlio che torna a casa. Lui lo sente, lo sa, lo vive ogni volta che passeggia in centro e viene fermato dagli adulti e persino dai bambini: La cosa più bella è che mi riconoscono anche i piccoli, pur non avendomi mai visto giocare afferma sorridendo. Poi racconta di cene, abbracci, amicizie rimaste intatte, di persone che lo trattano come uno di famiglia: “Ancora oggi torno spesso a Catanzaro per stare con gli amici di una vita, e durante le vacanze mi incontro con quelli che lo erano anche sul campo: Ranieri, Nicolini, Silipo, Braca e tanti altri miei compagni della Serie A giallorossa”, aggiunge con affetto.

Questa città non ha mai dimenticato i suoi gol. Dai 137 in giallorosso alle magie dagli angoli, quei tredici capolavori che nessuno ha più replicato: “Non avevo potenza, allora ho affinato altre doti” dice ricordando gli inizi da ragazzino. La più nota resta quella dell’Olimpico, il giorno del 3-1 alla Roma con il tabellone che immortalò per sempre la sua impresa.

Il sinistro che diventò leggenda

A Palanca basta poco per tornare nel suo mondo: un cross, una traiettoria, un ricordo. Racconta di quando Gianni Di Marzio e il presidente Nicola Ceravolo lo portarono dal Frosinone al Catanzaro, intuendo prima degli altri il talento che stava sbocciando: “Mi hanno catapultato nel calcio dei grandi. Di Marzio mi diceva che ero il più forte di tutti afferma con riconoscenza. Ed è lì che è diventato mito: 367 presenze condite da 133 reti.

Racconta anche del calcio di oggi, osservandolo con il disincanto di chi lo ha vissuto dentro. Commenta i corner “battuti al contrario”, i pali lasciati scoperti, le tattiche che lo lasciano perplesso. Poi cita giocatori che apprezza – come Paulo Dybala – e altri che secondo lui non esprimono ciò che dovrebbero. Lo fa senza polemiche, con il tono di un uomo che ama il gioco e che vorrebbe vederlo brillare come un tempo.

Pietro Iemmello – IMAGO

Il legame con Catanzaro e l’emozione per la Fiamma Olimpica

Quando parla del Catanzaro attuale, il suo sguardo si addolcisce. Sottolinea che la squadra è giovane, che serve pazienza, che alcuni acquisti devono ancora mostrare tutto il loro valore. Ma su Pietro Iemmello si sbilancia: Sarò sempre dalla sua parte”, dice, convinto che l’attaccante possa risalire in classifica marcatori. E aggiunge: “Io e Pietro abbiamo una cosa in comune: l’amore e l’affetto incondizionato della gente di Catanzaro, oltre ai gol fatti”.

Poi torna sulla Fiamma Olimpica, e lì la voce gli trema: “Da quando me l’hanno comunicato non penso ad altro”. Ammette di sentirsi “felice come un bambino, emozionato come se fosse alla vigilia dell’esordio. Ringrazia il sindaco, l’amministrazione e soprattutto Catanzaro, che secondo lui “non dimentica il passato”. Il 20 dicembre, quando ‘O Rey percorrerà quel tratto di strada con la Fiamma Olimpica non sarà solo, ci sarà una città accanto a lui, come è sempre stato.

A cura di Carlo Mignolli

Redazione

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