E’ al terzo anno di serie B dopo le esperienze di Verona e Catania, e ogni stagione “ha una storia a sé: il blasone conta davvero poco, si vince con cattiveria e aggressività”. Brasiliano di origini, italiano d’adozione da ormai sei anni, Raphael Martinho riparte da Bari: “Mi hanno cercato già in passato, quando ero a Catania: è una piazza affascinante, e il progetto che mi hanno esposto il ds Sogliano e il presidente Giancaspro mi fa capire che siamo in una squadra che deve mantenere un profilo basso”. 28 anni, versatile (“Sono un esterno di centrocampo, ma ho fatto anche la mezz’ala a 3 e il laterale d’attacco in un tridente, se necessario posso fare anche il terzino”), Martinho è arrivato in Puglia firmando un contratto biennale dopo aver rescisso il contratto con il Carpi, e il suo nome rimpingua la tradizione brasiliana in maglia biancorossa dopo nomi del calibro di Joao Paulo e Barreto: “L’ambiente è molto simile al Brasile, qui si sta bene: loro hanno fatto grandi cose qui e il mio auspicio è di proseguire la tradizione. A Catania invece c’erano tanti argentini, ma il clima che si respirava era comunque molto caldo e positivo”.
Dribbling, mancino velenoso e tanta corsa nel suo Dna. Dici Martinho e la mente di tanti tifosi del Bari vola al 27 febbraio 2013, vittoria del Verona per 2-0 al “San Nicola” e doppietta del centrocampista di Campo Grande: “Ho qualcosa da farmi perdonare-ride lui- mi auguro di fare presto gol anche con la maglia del Bari. Nel biennio di Verona credo di aver dato il meglio sin qui: purtroppo sono stato condizionato da alcuni infortuni, ora sono qui per riscattarmi”. Il primo allenamento è stato riscaldato dalla presenza di 300 tifosi: “Ieri è stato il primo giorno di lavoro, ma ho già fatto il ritiro con il Carpi e le sensazioni iniziali sono positive: avere i tifosi così vicini ci dà stimoli importanti per fare bene”. L’inserimento è in corso, ma ci sono già parole al miele per alcuni compagni: “Mi hanno colpito la classe di Valiani e De Luca”. Sfottò per Maniero: “Quando eravamo insieme a Catania, ha sbagliato tanti gol: lo prendevo in giro dicendogli che ha i piedi al contrario”. Domenica è in calendario il possibile esordio, in Tim Cup contro il Cosenza: “Le scelte le farà il mister, io sono pronto e sento la giusta fiducia. Vorrei un San Nicola già pieno, sarà fondamentale per una stagione così intensa. Il gol? Non è un’ossessione, ma a Verona ne ho fatti 12 in due anni. Se sto bene, i gol arriveranno”.
Luca Guerra
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