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‘Martino’ in difesa dello Spezia: la storia di Martin Erlic

La voce giovane di Martin Erlic, difensore croato dello Spezia in Italia da sette anni (la lingua la parla molto bene!), nasconde una storia di grandi sacrifici. Lui, del 1998, è nato circa tre anni dopo la fine della guerra in ex Jugoslavia, che ha tolto alla sua famiglia una casa intera, completamente rasa al suolo. Ci ha pensato papà Nino a rimettere tutto in piedi: prima l’ha ricostruita da zero e poi ha garantito un futuro sicuro sia a Martin sia agli altri 4 figli. Il calcio come divertimento, il calcio come un’opportunità di riscatto. Per Martin, che ha iniziato a vivere da solo già a 12 anni, è andata esattamente così. E quando alla Dinamo Zagabria gli mancavano le scarpe, ci hanno pensato i fratelli ad aiutarlo, anche economicamente. Oggi Martin lavora sodo anche per loro: una motivazione in più per diventare grande e confermarsi in Italia come calciatore.

Al momento i risultati sono positivi: da quando è tornato titolare lo Spezia non ha più perso. Quattro partite, due vittorie e due pareggi, appena un gol subito. Il suo modello è Chiellini anche se Martin Erlic è cresciuto osservando da vicino, alla Dinamo, Dejan Lovren. Non è scaramantico ma prima di addormentarsi prega sempre, per lui e la sua famiglia. Soprannome? Addirittura tre. Allo Spezia è conosciuto come ‘Martino', in Croazia ‘Ricky’ per il cantante, Martin. In Nazionale lo chiamano ‘Erla’.

Segni particolari: non molla mai e vede positivo. Dopo quasi un anno e mezzo di stop per infortuni vari è tornato più deciso di prima. Nessun dramma, solo piccoli ostacoli da superare prima di arrivare all’obiettivo. Durante la sua esperienza al Sassuolo Martin Erlic ha legato molto sia con Paolo Cannavaro sia con il connazionale Sime Vrsaljko, che tra l’altro è nato nel suo stesso paesino in Croazia, dove tutti coltivano i campi e lavorano in fabbrica: se non avesse fatto il calciatore, probabilmente, avrebbe seguito quella strada li, la stessa dei suoi fratelli. Meglio in difesa però perché gli riesce decisamente bene. Vedere per credere: non solo solo i numeri a confermarlo.

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Redazione

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