Finisce 1-2 a San Siro, match valevole per la 33ª giornata di Serie A. L’Inter vince con cinque giornate di anticipo e proprio contro i rivali del Milan. Nel post partita, l’ad nerazzurro Giuseppe Marotta ha parlato ai microfoni di DAZN.
In apertura Marotta ha ringraziato gli artefici di questo successo: “La dedica principale va al nostro presidente, Steven Zhang, che ha sofferto da distanza e non è qua a gioire. Ai nostri tifosi, che sono sempre stati impeccabili. E poi i meriti, in primis sicuramente a Simone Inzaghi che ha dimostrato non solo di essere bravo, ma anche vincente. È lui l’artefice e il leader di questo gruppo magnifico. Poi ringrazio i giocatori, i miei collaboratori Ausilio, Baccin, Zanetti, tutti i dipendenti dell’Inter che hanno supportato questa squadra. Abbiamo curato i particolari, abbiamo curato tutto e abbiamo contribuito nel piccolo a far sì che questa squadra guidata da Simone abbia raggiunto un campionato vinto e soprattutto lo storico traguardo della seconda stella, che è qualcosa veramente di straordinario“.
L’Inter valorizza e valorizzerà anche aspetti umani oltre che prettamente legati al gioco: “L’aspetto umano in qualsiasi attività lavorativa è importante. Quindi anche nell’ambito calcistico puoi avere dei bravi giocatori, ma se sono uomini meno bravi hai delle difficoltà. Ogni allenatore ha il suo linguaggio, il suo modo di relazionarsi, e Inzaghi si è relazionato in modo perfetto con i giocatori. Non è certamente un allenatore duro, ma uno con cui i giocatori si sentono a loro agio, perché è l’amico, l’ex collega, e quindi ha fatto sì che la mentalità vincente sia rapidamente circolata anche fra i nuovi arrivati. Questo è importante, così come è importante lo zoccolo duro degli italiani, che io credo sia fondamentale per capire cosa significa giocare in Italia, nei campi di provincia, soffrire e portare a casa il risultato”.
Infine Marotta è intervenuto in merito alla prossima sessione di mercato: “Ormai si va incontro al rispetto di quelli che sono i parametri economici e finanziari, quindi del concetto di sostenibilità, che noi dobbiamo necessariamente sempre perseguire. Ma io sono molto fiducioso in quello che è il patrimonio umano rappresentato dall’allenatore, dai dirigenti e dai giocatori, e chiunque andrà via, se deve, ma penso di no, potrà essere sostituito degnamente, perché la scelta sarà fatta valutando alcuni parametri che non sono solo quelli calcistici, ma anche dell’appartenenza e della cultura del lavoro. Di conseguenza credo che noi adesso abbiamo un modello di riferimento, che è vincente negli ultimi anni e dobbiamo continuare a utilizzarlo bene“.
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