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Maresca: “Razzismo sfida che coinvolge tutti. Serve personalità e collaborazione”

Tra lotta al razzismo, il meme Conte e l’eredità di Orsato. L’arbitro Fabio Maresca si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera. Il fischietto di Napoli è tornato a parlare di qualche episodio del suo passato, tra cui il noto caso dei cori razzisti a Maignan a Udine: “Mi sono solo comportato come un fratello maggiore. L’arbitro oggi non può fare solo l’arbitro. Deve capire tutto il contesto, ciò che avviene attorno al campo. La società è più complessa, come il calcio. La lotta al razzismo deve coinvolgere tutti. Inclusi noi. Serve personalità. E collaborazione. Come per gli episodi di campo, la gestione deve essere collettiva. Occorre l’aiuto di tutti. La regola però è sempre la stessa: sangue freddo e buon senso“.

Maresca: “Vi racconto il meme con Antonio Conte”

Sei sempre tu, Maresca, sei sempre tu“. L’arbitro di Napoli è tornato sulla sfuriata di Conte nel 2021, ricordandola con piacere: “È un meme che mi accompagna da anni. Ci sono affezionato. Chiarimmo subito, quindi è acqua passata. Ritroviamo un allenatore top che arricchisce il campionato italiano“. Sull’eredità di Orsato, Maresca commenta: “Un onore. L’assenza peserà. Non era solo il migliore, ma anche il nostro capitano. Grazie a lui siamo cresciuti, oggi c’è un gruppo giovane ma forte. Diciamo che non c’è più un capitano, ma una squadra di capitani. Ognuno porta il peso che può“.

L’anno scorso verso gli arbitri ci sono state diverse polemiche per qualche errore di troppo: “Per arbitrare in serie A bisogna saper lasciare fuori tutto. Anche la sfera associativa. Quando arbitri, il campo è l’unica cosa che conta“. E sui comportamenti dei calciatori in campo: “Mi fanno arrabbiare quando mentono. Oggi, con cento telecamere ti beccano subito. Non stai provando a fregare me, ma tutti. Un problema degli arbitri è che non hanno mai giocato? Aver giocato almeno un po’ è fondamentale. Ma loro non hanno mai arbitrato. E vi garantisco che è difficile uguale“.

Un passo avanti nel mondo arbitrale potrebbero essere le interviste a fine partita: “Per me sarebbe giusto. Non abbiamo nulla da nascondere. Io non avrei problemi, ma non siamo tutti uguali. Occorre il contesto giusto, dove non si cerca la polemica, ma un dialogo costruttivo“.

Redazione

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