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Un’apocalisse zombie in Italia: il videogioco di Marco Silvestri

Portiere dell’Udinese nel weekend e gamer nel tempo libero. Quando si toglie i guantoni, però, Marco Silvestri non diventa un semplice impiegato come ogni supereroe che si rispetti. Gli basta un joystick per mettersi nei panni di uno di loro giocando ai videogame. Una passione viscerale che si è trasformata in un’idea: creare da zero un suo videogioco, come ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com il suo amico e personal trainer di Glute Academy Federico Sesso

Silvestri e un videogioco tutto suo

“Ho conosciuto Marco quando si è trasferito nel Verona, facevo il personal trainer della sua compagna. Da lì siamo diventati grandi amici avendo entrambi questo fanatismo. In pandemia è stato un disastro, facevamo le giornate a giocare insieme ai video games…”

Nella sua casa di Udine Silvestri  ha creato una game station all’avanguardia dove poter rilassarsi ogni volta che può dopo gli allenamenti. Tasto d’accensione, caricamento e si entra in un mondo nuovo ogni giorno: Marco è una persona malata dei videogiochi, nel senso buono. Passa da un gioco all’altro in continuazione, legge riviste, si aggiorna su tutto. Se una persona media scarica 2-3 edizioni di giochi l’anno, lui ne ha scaricati 90… Li testa tutti”

 

Se in campo i pali della porta sono la sua fissa dimora, online continua a migrare: “Il genere preferito di Marco? Dal fantasy agli open world, gli MMO –  videogioco di ruolo che viene svolto contemporaneamente da più persone  – lo gasano. Monster Hunter è il suo gioco preferito da sempre in assoluto. Ultimamente stiamo giocando molto a Rust”.

“Sarà un survival zombie ambientato in Italia”

Proprio questo non voler stare mai fermo l’ha portato a voler creare un suo videogioco: “Ci siamo detti: ‘Perché non ne facciamo uno nostro?'”. E così è andata. Da gennaio i due si stanno affidando a delle software house per creare un survival con un un concetto di apocalisse zombie ambientato in Italia. Cantiere in corso, dunque, senza mai smettere di giocare (responsabilmente): “Quando era al Verona in B ha fatto un anno come secondo dietro Nicolas, giocava molto di più. Da quando è diventato titolare si è moderato. La sua compagna è permissiva, ma non troppo…”

 

E Marco Silvestri non sarà mai come quei genitori che vietano categoricamente i videogames perchè violenti. Ha fatto una promessa ai suoi figli. E se è sopravvissuto dopo aver preso in giro Ibrahimovic facendogli sbagliare un rigore, figuriamoci ad un’ apocalisse zombie…

 

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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