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Alle origini di una salvezza, il racconto di Imperiale e Finotto: “Nessuno credeva in noi”

Marco Imperiale e Mattia Finotto hanno riavvolto il nastro della stagione della Carrarese, salva contro ogni pronostico.

In casa Carrarese soffia un vento leggero, aria nuova che ha regalato la permanenza in Serie B. Duri come il marmo, giusto per rendere l’idea, guidati dal grande desiderio di ribaltare tutti i pronostici di inizio stagione: “Ne abbiamo parlato tanto durante l’anno -racconta Mattia Finotto ai microfoni di gianlucadimarzio.com-, siamo partiti con l’idea che sarebbe stato difficile ma che, alla fine, ce l’avremmo fatta”. 

Crederci sempre, anche quando nessuno è disposto a darti fiducia: “Noi siamo sempre stati convinti della salvezza, anche se gli addetti ai lavori pensavano il contrario. Ci siamo sostenuti a vicenda nei momenti difficili e sul campo ci siamo tolti diverse soddisfazioni”. Ma guai a parlare di miracolo: “In tanti lo hanno definito così, per noi era semplicemente il nostro obiettivo. Abbiamo dimostrato di essere da Serie B, e il finale di campionato ci ha regalato tante consapevolezze in più”. 

L’uomo del destino, del gol in finale playoff contro il Vicenza e della prima vittoria in Serie B a distanza di 76 anni dall’ultima volta: “Per me conta solo il gruppo, sia nel bene che nel male. Sicuramente sono stati momenti speciali, ma il rapporto che abbiamo tra di noi è stata la nostra grande forza”. In mezzo, però, anche un punto significativo: “La gara contro la Salernitana, senza dubbio. È stata decisiva”. 

A livello personale, invece, Mattia ha sempre saputo attendere il momento giusto. E la partita contro la Sampdoria, del 26 dicembre scorso, ha rappresentato per lui una vera e propria rinascita: “In questa categoria il livello si alza notevolmente, davanti a me c’erano tanti ragazzi giovani e bravi. Io ho continuato a lavorare per farmi trovare pronto, e quel gol a ‘Marassi’ è stato davvero speciale. Da lì ho ritrovato maggiore continuità in campo”. 

Il rapporto con Calabro e il futuro

Tra i legami speciali c’è, ovviamente, anche quello con Antonio Calabro. La guida, in campo e fuori, che ha saputo trascinare tutto l’ambiente verso traguardi attesi da tempo: “È una persona determinata, riesce a trasmettere le sue idee a tutti. Lo scorso anno – ricorda Finottosiamo quasi arrivati nello stesso momento, sicuramente ha grandi meriti in questo percorso. Per noi è una figura importantissima”.

Intanto, appesi tra pagine di storia, ci sono anche i nuovi sogni da realizzare: “Questo è un campionato molto difficile, basta vedere cosa è successo in zona retrocessione. La salvezza non è un obiettivo così scontato, questo è il primo ragionamento da fare per il futuro. Per un attimo abbiamo anche sognato i playoff, ma siamo comunque contenti così”. 

Marco Imperiale: essere capitano

Sudore e sacrificio, ma soprattutto tanta voglia di rimanere aggrappati a una categoria sognata da tempo. E Marco Imperiale, capitano della Carrarese,  proprio come Mattia Finotto ha saputo trarre il massimo da questa esperienza: “Il mio pensiero era focalizzato soprattutto sulla salvezza. Ma è chiaro che cercavo conferme anche a livello personale. Per me era quasi come una prima volta,  penso di aver dimostrato di meritare la Serie B”. Un punto di riferimento, che non ha mai smesso di lavorare: “Amo definirmi un capitano silenzioso, preferisco dare l’esempio durante gli allenamenti o nei momenti di difficoltà. Spero di essere stato d’aiuto per i miei compagni”.

E sulla stagione appena conclusa: “Siamo stati bravi a compattarci e a fare gruppo. Abbiamo superato bene le situazioni complesse”. Tensione, prima di un grande sospiro di sollievo: Nella partita decisiva aspettavamo la contemporaneità dagli altri campi, eravamo tutti al telefono. A obiettivo raggiunto ho pensato ‘wow, ce l’abbiamo fatta’. Una vera e propria liberazione dopo un anno pesante”. Spinti, sempre, dalla passione infinita del popolo gialloblu: “Il sostegno dei tifosi non è mai mancato, da un anno e mezzo stanno vivendo qualcosa di speciale”. Insieme, contro ogni pronostico.

A cura di Rocco Cristarella e Alessandro Neve