Di lui dicono fosse allenatore anche da giocatore. Una frase che si sente spesso per chi poi finisce in panchina e fa una lunga carriera. Meno spesso, però, si sente per i vice come Marco Domenichini. Un vice che poi vice non è, vista l’importanza che ha avuto negli ultimi trent’anni per Luciano Spalletti, con cui ora condividerà anche l’esperienza della nazionale italiana. I due si sono conosciuti a Empoli e non si sono mai lasciati: una relazione più lunga il toscano ha saputo coltivarla solo con la moglie, conosciuta a La Spezia. E nella stessa città ci era nato anche Domenichini. Questione di feeling.
Comincia da giocatore proprio in Liguria: il Canaletto tra le giovanili prima di lasciare casa e trasferirsi a Firenze. La Fiorentina è il grande sogno del 18enne Domenichini, che però in prima squadra non avrà mai davvero una chance dopo aver vinto per due volte il Torneo di Viareggio con la viola Primavera e da protagonista. La Toscana sarà la sua terra promessa, ma ancora non lo sa: comincia a girare l’Italia tra Pescara, Empoli (poi ci tornerà), Paganese e Massese. Non ha nemmeno trent’anni quando dice basta, ma sa subito da dove ripartire. La sua strada parte in panchina, dopo un po’ di gavetta arriverà nelle giovanili proprio dell’Empoli, che aveva conosciuto dal campo. È lì che tutto cambia.
Se tutto fosse già scritto, però, la storia di Domenichini sarebbe andata in maniera diversa. Sì, perché in realtà la sua esperienza con i toscani in realtà si è già interrotta quando Spalletti punta su di lui: l’Empoli non lo riconferma nel settore giovanile, ma Luciano vede in lui quello che la società non aveva visto. È il 1997 quando il sodalizio vincente nasce e ad oggi non si è mai interrotto. Domenichini ritrova in Spalletti le sue idee: fare il vice, in fondo, non è un passo indietro. Anzi. È l’occasione giusta per farne due in avanti insieme con il toscano. Che nel frattempo si innamora dei suoi consigli, del suo modo di gestire il gruppo, dei suoi silenzi che fanno rumori. La grande qualità di chi lavora alle spalle è saper scegliere i momenti giusti, quelli che Domenichini ha imparato a sfruttare negli ultimi trent’anni.
Empoli, Sampdoria, Venezia, Udinese, ma anche Roma, Zenit, Inter e pure Napoli. Il fiero vice ha accompagnato Spalletti in giro ovunque in Italia e in Europa. Prendendosi insieme a lui lo scudetto: Napoli ha saputa viverla sotto traccia, come sempre. Spogliati i panni del vice, non era difficile trovarlo tra le vie del centro, fuori da un ristorante sul lungomare o tra i tifosi. L’aura della super stra non ha mai saputo indossarla, ma in campo ha sempre dato quello che mancava agli altri membri dello staff. Uno staff d’oro che ora Spalletti porterà – almeno in parte – con sé anche sulla panchina della nazionale italiana: lo scudetto è lo stesso conquistato a Napoli pochi mesi fa, i colori anche, con la premiata coppia Luciano-Marco che è ormai più di una certezza. Un viaggio lunghissimo che poteva portare solo lì, a pochi passi da Empoli dove tutto è cominciato.
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