Il Mondiale in Germania, l’esperienza in Cina e non solo. Marcello Lippi ospite a “Che tempo che fa” – programma televisivo condotto da Fabio Fazio – per la presentanzione del film-documentario “Adesso vinco io” ha ripercorso le tappe più importanti della propria carriera da allenatore, tra successi e vari aneddoti.
“Adesso vinco io”, questo il titolo del documentario che ripercorre la carriera calcistica di Marcello Lippi. Ospite a “Che tempo che fa” sono state ripercorse le diverse tappe di un percorso che ha portato l’ex allenatore a raggiungere il tetto del mondo con la nazionale italiana.
Marcello Lippi racconta i motivi che l’hanno portato a trasferirsi in Cina per allenare nel 2012 lo Guangzhou. “Non posso nascondere che la scelta sia stata anche economica. Imparare il cinese è impossibile. Nel 2012 sono andato in Cina perché dal punto di vista economico era un’offerta eccezionale. Inutile farci giri intorno, il discorso era quello. Il Guanghzou era una delle migliori squadre cinesi, abbiamo vinto tre scudetti e una Coppa d’Asia alla fine. Xi Jinping nel 2019 ha voluto che ci fossi anche io al Quirinale nella sua visita. Io non me ne sono accorto, mi hanno raccontato che nel corso della visita ho dato una pacca sulla spalla a Xi”.
L’ex allenatore della Juventus ha sempre voluto trasmettere valori umani prima che tecnico-tattici ai propri giocatori. “Ho sempre voluto trasmettere ai miei giocatori questo messaggio: si va in campo per vincere, non per fare bella figura. Imparare a perdere è importante, ma se ti rendi conto di avere a disposizione giocatori importanti devi trasmettere loro fiducia e fare capire loro che possono vincere tutte le competizioni a cui partecipano“.
Sull’esperienza in bianconero e su Zidane: “Quando ho firmato con la Juventus sono andato sulla tomba di mio padre. Lui non era molto juventino, gli ho dovuto chiedere il permesso. Zidane è stato uno dei migliori della storia, dal punto di vista tecnico il più bravo di tutti. Era eccezionale, ha fatto parte di una Juventus che ha vinto tutto. Un ragazzo straordinario, e un grandissimo calciatore”.
Non si può non parlare con Marcello Lippi senza chiedere della vittoria dei Mondiali in Germania. “Ho sempre creduto nella vittoria, trasmettendo ai giocatori la mentalità di voler vincere. Noi eravamo convinti di farcela, io ero convintissimo. Ho cercato di convincerli tutti e ci sono riusciti. Nella mia vita ho avuto due cose straordinarie: la mia famiglia e la Coppa del Mondo vinta in Germania”.
E non mancano gli aneddoti, tra semifinale e la finale a Berlino: “La semifinale contro la Germania? Non passava neanche una nocciolina nella nostra difesa… E allora mi sono detto: mettiamo quattro attaccanti, e vediamo chi la vince. Prima del rigore finale contro la Francia ho pensato prima di tutto agli occhiali. Sapevo che mi avrebbero abbracciato, ci vedo poco e mi sarebbero caduti. La sera stessa sono stato da solo in camera con un sigaro, come da mia abitudine. Mi sono rivisto la partita, da solo”.
Infine, Marcello Lippi lascia spazio alle proprie emozioni. Il posto preferito? Il mare: “Lo guardo tutte le mattine, è la cosa più bella che ci sia. Ne sono innamorato, ci abito davanti, il mare è la mia vacanza. Quando voglio fare una passeggiata vado al mare”.
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