Stagione spettacolare quella del Chievo che, dopo essersi salvato in lungo anticipo, ha messo nel mirino il record di punti in Serie A e addirittura coltiva speranze europee. Merito del grande lavoro di Rolando Maran, che questa mattina si è concesso ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Credo sia più realistico arrivare a 56 e battere il record di punti in A del Chievo stabilito nel 2003. Ho sempre detto ai ragazzi: puntiamo l’avversario che ci sta sopra. Poi si vede. Sassuolo? Ce la giochiamo, forse la vera sorpresa siamo noi perché il Sassuolo già l’anno scorso aveva fatto vedere cose interessanti. Sono due piazze simili, con realtà economiche molto diverse. I mezzi economici non sono certo paragonabili. Il Sassuolo viene giustamente considerata una squadra con un atteggiamento offensivo, però faccio notare che il Chievo ha fatto due gol di più. È un po’ la novità di quest’anno: la squadra cura di più la fase offensiva, lo dimostra il fatto che segnano molti giocatori, non siamo legati a un attaccante da doppia cifra. Questa squadra è andata oltre le aspettative. E’ stato determinante poter lavorare con un gruppo che conoscevo, mentre l’anno scorso sono arrivato a stagione iniziata e in una situazione molto delicata.
Il mio Catania? Siamo entrati nella storia e di questo sono orgoglioso. Quante analogie con oggi: anche allora eravamo partiti per salvarci e poi siamo arrivati ottavi, davanti a squadre quotate come l’Inter. Sono squadre molto diverse: il Catania amava il palleggio e la giocata fine. Il Chievo è più compatto, più coraggioso. Io sottovalutato? Diciamo che se ho raggiunto la A tardi, vuol dire che l’ho meritata solo ora. Serve gradualità, sbagliare ti aiuta, perché gli errori ti fanno crescere. Sono soddisfatto del mio percorso, non rimpiango nulla. Futuro? Ho ancora due anni di contratto, più un’opzione per altri due. Pensiamo a finire bene col Chievo, poi si vedrà. Gli scenari possono cambiare. Campedelli cosa dice? Parla poco, anche lui non si aspettava un campionato a questi livelli. Il Verona in B? Ho sempre detto e lo ripeto che deve essere un vanto per la città avere due squadre in A, per questo mi auguro che l’Hellas ritorni subito su. Non ci siamo mai sentiti i parenti poveri, la società è forte, si è formato uno zoccolo duro di tifosi”.
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