Diego Armando Maradona
Si riapre il caso sulla morte di Diego Armando Maradona. Al via il processo contro il neurochirurgo Leopoldo Luque e altri 6 imputati.
A quasi quattro anni dalla morte di Diego Armando Maradona, domani, 11 marzo, si aprirà a San Isidro il processo per stabilire le responsabilità del decesso dell’ex campione argentino.
Sul banco degli imputati ci sono otto professionisti della sanità, accusati di omicidio semplice con dolo e falsità ideologica. Il medico personale di Maradona, Leopoldo Luciano Luque, insieme alla psichiatra Agustina Cosachov, il psicologo Carlos Ángel Díaz, l’infermiera Nancy Edith Forlini e altri specialisti sanitari, dovranno rispondere delle presunte negligenze che, secondo l’accusa, avrebbero portato alla morte del Pibe de Oro il 25 novembre 2020.
Il processo, inizialmente previsto per giugno 2024, ha subito un rinvio e ora sarà presieduto dal Tribunale penale n. 3 di San Isidro. Durante la prima udienza non ci saranno testimoni, ma verranno presentate le linee guida dell’accusa e delle difese.
Le udienze si terranno inizialmente tre volte a settimana e si prevede che il dibattimento durerà almeno fino a luglio. Gli imputati, attualmente in libertà, rischiano condanne comprese tra gli 8 e i 25 anni di carcere.
Secondo i procuratori, la morte di Maradona poteva essere evitata. L’accusa sostiene che i sanitari incaricati del suo trattamento abbiano agito con negligenza, omettendo interventi cruciali nonostante fossero consapevoli del deterioramento della salute dell’ex calciatore.
Il referto dell’autopsia e una perizia medica interdisciplinare confermano che la gestione inadeguata del paziente e che l’assistenza sanitaria ricevuta non è stata all’altezza delle sue condizioni. Inoltre, alcuni messaggi scambiati tra i professionisti nelle ore precedenti alla morte di Maradona sembrerebbero dimostrare la consapevolezza della gravità della situazione e la mancata adozione di misure adeguate.
Maradona era stato ricoverato il 2 novembre 2020 per anemia e disidratazione, subendo il giorno successivo un intervento per un ematoma subdurale. Dopo le dimissioni dell’11 novembre, lo hanno trasferito in una casa privata a Tigre, dove un’équipe medica avrebbe dovuto seguirlo. Tuttavia, secondo l’accusa, non ricevette l’assistenza necessaria, fino al decesso avvenuto per insufficienza respiratoria e arresto cardiaco. Le sue condizioni di salute erano già compromesse da gravi patologie pregresse, tra cui insufficienza cardiaca congestizia, cirrosi epatica e dipendenza da alcol e farmaci psicotropi.
Al processo parteciperanno anche i legali dei familiari di Maradona, tra cui Fernando Burlando per le figlie Dalma e Gianinna, Mario Baudry per Veronica Ojeda e Diego Fernando, e altri rappresentanti delle parti lese.
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