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Lazzari, dalla D alla Lazio: un’ascesa senza fretta

Un pensiero di Walter Bonatti per raccontare Manuel Lazzari: “Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna”. Perché la storia di Manuel è una scalata senza fretta, come l'alpinismo insegna e come faceva Walter tra le Alpi, aprendo vie a tracciando percorsi.

Lazzari ha visto più volte lo strapiombo, ha rischiato di cadere ma non ha mai mollato, e il prossimo anno, giocherà l’Europa League con la Lazio di Inzaghi. Lui, il ragazzo di Trissino scartato dagli Allievi del Vicenza a 16 anni: “Pensai di smettere, fu un momento molto difficile”.

Quello con un diploma in meccanica e alcuni 'stage' in fabbrica: “Se non avessi fatto il calciatore avrei lavorato in quel mondo”. Il ‘ragazzo serio’ arrivato a Montecchio per ricominciare dalla D dopo aver visto il burrone, seguendo i consigli dei genitori: “Sono tornato grazie a loro”.

LAZZARI, DALLA D ALLA SERIE A

Lazzari vince il titolo con gli Allievi e si ritrova in prima squadra, saltando la Juniores. “Un motorino della fascia, copre le due fasi con una naturalezza incredibile”. Parola di Nicola Masiero, ds del Montecchio, il primo a notare Manuel quand’era ancora al campo base con lo zaino in spalla e le corde fissate, pronto a scalare l’Everest con gli scarpini a 8 tacchetti.

Sette anni fa giocava in D, prima il Montecchio e poi il Delta Porto Tolle, oggi sta per firmare con la Lazio dopo aver raggiunto il suo punto più alto grazie alla Spal.

Estadio da Luz di Lisbona, Portogallo-Italia, 10 settembre 2018, l’esordio in Nazionale è il suo ‘primo ottomila’ dopo una carriera di sprint e sacrifici: “Spero che il sogno continui”. Il panorama è più bello dalla cima.

Contro l’Udinese, nel 2017, il primo gol in Serie A, una settimana dopo il debutto contro la Lazio all'Olimpico di Roma (0-0). Era destino. Manuel Lazzari è andato sempre di corsa, più veloce dei problemi e delle insidie, ha sfornato assist per i compagni (8 l’anno scorso) e lavorato sui cross, anche grazie a Semplici: “Ho capito come va colpito il pallone. Prima ero veramente scarso, saltavo l’uomo e lanciavo la palla in curva. Ora sono migliorato molto”.

SOGNANDO CANCELO

Vedere per credere: se andate su Youtube troverete un suo tutorial su come crossare. E i gol? “Segnare, per me, è una cosa più unica che rara”. Tant’è che due anni fa, dopo una rete in amichevole, lo stesso Semplici ci scherzò un po’ su: “Spero non si sia già giocato il jolly! Non succede spesso…”.

Anche se il primo squillo tra i professionisti non si scorda mai. 30 gennaio 2016, Rimini-Spal in Lega Pro, due anni dopo la fusione con la Giacomense (Lazzari è l’unico superstite): “Non sapeva come esultare!” ha raccontato la sua ragazza, che poi “ha visto la partita su Sportube sperando in una dedica”. Mai arrivata, troppa euforia.

Punta a diventare ‘un terzino alla Cancelo’, il suo idolo, intanto sarà l'arma in più del 3-5-2 di Simone Inzaghi, coast to coast per l’Europa. Classe '93, oro di Ferrara e di Mattioli, 26enne dal cuore d’oro e la consapevolezza che per sfondare bisogna crederci: “Lancio un appello ai giovani, non mollate di fronte alle difficoltà”. Come ha fatto lui.

Per qualcuno era “timido”. Anni fa, nei primi anni di Lega Pro, magari si risparmiava, andava al 70%. Tutto risolto: “Ho abbandonato la timidezza, a volte mi portava a nascondermi in campo”. Merito delle varie promozioni con la Spal, dalla C2 alla A: “Mi hanno dato fiducia nelle mie qualità”.

O del suo essere testardo: "Non voglio mai perdere”. Neanche in D, il campo base dei sogni, prima di prendere lo zaino e andare su. Lazzari story, da 0 a 8000, senza alcuna fretta.

Francesco Pietrella

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