Categories: Interviste e Storie

Dalla grande paura per la malattia al gol col Pescara: il Cittadella ritrova il sorriso di Iori

La famiglia Cittadella ha ritrovato la sua forza più grande: il sorriso del capitano. “Ho avuto paura…”, sussurra Manuel Iori con tono ancora scioccato solo al ricordo di quei giorni. Venticinque, per la precisione. Dalla settimana precedente alla partita con lo Spezia, ogni volta che andava in bagno perdeva sangue con le urine. Era diventata una pericolosa costante. Manuel non capiva il perché ed è stato costretto a mettere il calcio da parte per tre settimane abbondanti in cui in suo Cittadella ha faticato e perso punti ma soprattutto anima: i pensieri negativi di un ‘brutto male’ aumentavano ansiosamente.

Ci siamo spaventati tantissimo” ci ha rivelato anche il direttore sportivo Marchetti, che in quei momenti era costantemente in contatto con lui. La tac, negativa, ha evidenziato un’infezione – o per cibo o per farmaci – al rene sinistro, poi operato d’urgenza. “Abbiamo deciso un intervento in anestesia totale sulla parete infiammata del rene” spiega Iori, che se potesse quantificare il dolore provato non saprebbe che numero scegliere. “Diciamo solo che è andata”. E bene per fortuna. Oggi Iori scherza, sorride e fa pure gol al Pescara. “Lo dedico a papà Tiziano che compie gli anni”, dice lui da bravo figliolo. Martedì sarà il suo di compleanno ma il regalo se l’è già fatto: ritrovare la serenità nella vita di tutti i giorni, oltre il calcio.

Cittadella-Pescara 4-1: la partita di Manuel Iori

Di Cittadella-Pescara ricorderemo tante cose: la netta vittoria dei padroni di casa, la doppietta di Gabriele Moncini ma soprattutto l’esultanza del capitano Manuel Iori, che torna al gol in campionato di serie B dopo più di 4 mesi. 4, come i gol finora realizzati in campionato. 4, come il numero di maglia che indossa. E come i gol del Cittadella quest’oggi. Tutto torna. Quella palla vagante nell’area di rigore del Pescara spinta prepotentemente in rete dal capitano del Cittadella vuol dire tanto, per la squadra e per se stesso. La corsa verso la panchina è immediata. Liberatoria. I compagni provano a seguirlo per abbracciarlo il prima possibile, ma Iori è troppo veloce. Qualcuno si prova ad aggrappare alla sua maglia. Niente da fare, il ragazzo è una furia col sorriso stampato in faccia e raggiunge prima degli altri la destinazione.

L’affetto dell’ambiente Cittadella nei confronti del classe 1982 si traduce in un lungo abbraccio collettivo, in cui tutti partecipano con commozione. Un pensiero inevitabilmente va a papà Tiziano, che oggi compie gli anni. Anche il pubblico non può che unirsi. Entusiasta. Iori scompare, tra le braccia dei suoi compagni e dello staff tecnico. Non si vede più ma c’è. E per quei lunghi e appassionati 10 secondi, è decisamente il centro del mondo, del suo mondo. E non potrebbe essere altrimenti dopo quella terribile paura che ha vissuto nelle ultime settimane, superata con cuore, coraggio, voglia di vivere. Vince il Cittadella sul Pescara: 4-1. Il migliore non poteva che essere lui, Iori: leader, testa, capitano nuovamente col sorriso sulle labbra.

A cura di Matteo Moretto e Riccardo Despali.




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