Vi ricordate di Vito Mannone? Il portiere italiano che, giovanissimo, esordì nell’Arsenal? Adesso, a 35 anni, difende i pali del Lilla in Ligue1, dopo una carriera divisa tra Inghilterra, Stati Uniti, Danimarca e Francia. In esclusiva a gianlucadimarzio.com, Mannone ha raccontato degli aneddoti sulla sua carriera.
Nelle giovanili dell’Arsenal, Mannone ha condiviso tanti anni e momenti con uno dei migliori portieri d’Europa, Szczesny, l’attuale numero 1 della Juventus: “Wojiech e io siamo cresciuti insieme. All’epoca era giovane, adesso è un altro tipo di portiere, è cresciuto sotto tanti punti di vista. Oltre a lui, c’era anche anche Lukasz Fabianki: eravamo tre portieri con qualità e giovani. Tutti e tre volevamo giocare e arrivare… e alla fine abbiamo fatto tutti le nostre carriere. Per chi non lo sapesse, prima di andare via, ero il secondo portiere dietro Szczesny e davanti a Fabianski. È stato bello perché non è stato facile in quel momento perché quando gioca uno gli altri due sono frustrati. E poi c’era anche Emiliano Martinez (all’epoca quarto portiere e fuori dai piani della società ndr). Giù il cappello per Emi che oggi può far vincere la Premier League all’Aston Villa che è una buona squadra e gioca molto bene. Dopo aver visto il Leicester quasi tutto può succedere…“
Proprio su Szczesny si è concentrato Mannone: “Non mi meraviglio di trovarlo a questi livelli: la personalità non gli è mai mancata ed è sempre stato un pò matto (ride n.d.r). La personalità ce l’aveva e ce l’ha, dimostrando di essere un gran portiere. Ha fatto anche lui i suoi passi e dovuto aspettare e crescere piano piano“.
82 presenze in Premier, 27 in Ligue 1, 80 in Championship e 34 in MLS… ma zero in Serie A. Mannone ha provato a spiegare il perchè: “Forse perché nessuno ha creduto in me. Ero molto giovane quando sono andato via nessuno ha creduto in me in quel momento. Invece l’Arsenal l’ha fatto… e tra restare tra i giovani e andare in prima squadra all’Arsenal ho deciso di accettare la corte dei Gunners (nel 2005 n.d.r). Quando non incontri qualcuno che crede in te…devi cercare di andare avanti fino a che arriva il tuo momento e li zittisce in un certo modo. Dopodiché ho fatto tante belle cose in carriera. Non è mai arrivata la chiamata dall’Italia e sì un pò sono dispiaciuto“. Quindi, sulla sua squadra che fa il tifo: “Sono milanista e cresciuto con il mito di Dida. Il mio idolo era Buffon quindi in finale di Champions Juve-Milan del 2003 avevo i miei due idoli da una parte e dall’altra… fantastico“.
A cura di Alessandro Schiavone
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