Taciturno, laconico, quasi schivo. In una parola antidivo. Leonardo Mancuso é uno a cui non piace stare sotto i riflettori o in mezzo alla gente. Ha sempre preferito far parlare il campo. Lasciare un messaggio attraverso i gol gli è sempre risultato più semplice.
In Serie B negli ultimi tre anni ne ha fatti 52, spesso decisivi. In particolare lo scorso anno con l’Empoli di Dionisi. Ora ci tornerà con il Monza. L’obiettivo? Portare i biancorossi in A. Traguardo già raggiunto lo scorso anno con gli azzurri. Testa sulle spalle e idee chiare.
Leonardo è cresciuto a pane, pallone e pesca. Fin da piccolo. Ci va ancora spesso quando può. Esche, lenze e gli amici di sempre. Ci è sempre andato con loro, a caccia di carpe per fiumi e canali. Li, nelle campagne di Lacchiarella in provincia di Milano ce ne sono tantissimi. È li dove tutto è iniziato. La rete è sempre stata nel suo destino.
Mancuso è cresciuto nel Milan, l’ad di allora era Galliani che oggi lo ha ripreso a Monza per raggiungere la Serie A. Leonardo era un ragazzo che sognava San Siro e la maglia rossonera. Nelle giovanili prese la 7 in onore di Shevchenko, l’idolo della sua infanzia insieme a Baggio. Stesso ruolo, caratteristiche diverse. Ora cercherà fortuna a trenta chilometri di distanza. Con l’obiettivo di giocare alla Scala del Calcio. In silenzio e in punta di piedi, come è sempre stato.
A Monza avrà più modo di andare a pescare con i suoi amici. Relax e famiglia, sono sempre state componenti importanti nella sua carriera. Per uno come lui che si è messo in mostra a San Benedetto del Tronto in C, per poi esplodere in B con il Pescara di Zeman. Uno che di attaccanti se ne intende. La sua carriera si è sempre basata sulla provvidenza. Riprendendo un po’ la trama dei Malavoglia di Verga, che racconta appunto la storia di tre pescatori. Per Leonardo il compito della provvidenza sarà ritrovare la massima serie con la squadra di Stroppa. Traguardo fissato, l’obiettivo è raggiungerlo e superarsi sempre.
Quest’anno con Andreazzoli ha trovato poco spazio, nonostante una partenza con il botto. Gol partita alla seconda contro la Juventus nel giorno dell’addio di CR7. Poi complice qualche infortunio e gli exploit di Pinamonti e Cutrone, ha perso il posto da titolare. Meglio cambiare aria per tornare protagonisti. In biancorosso avrà la maglia numero 11. Il gol gli manca. La rete d’altronde è nel suo destino da sempre e non solo nel calcio.
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