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Stage Nazionale, sguardo ai giovani: ma i più forti dove sono?

Roberto Mancini ha diramato la lista dei convocati in Nazionale per due giorni di stage a Coverciano. 35 i giocatori chiamati, tutti di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Un’occasione per il CT azzurro di visionare da vicino molti dei giovani già nel giro delle Nazionali giovanili. Uno stage organizzato nell’ottica del lavoro di raccordo e coordinamento tra il Club Italia e le nazionali azzurre soprattutto in vista dei prossimi impegni giovanili, il Campionato Europeo Under 21 e il Mondiale Under 20. Non a caso infatti saranno presenti anche i tecnici Luigi Di Biagio, Paolo Nicolato

insieme al coordinatore delle Nazionali Giovanili del Club Italia Maurizio Viscidi. 

 

E I GIOVANI PIU’ FORTI?

Quarantott’ore tutti insieme appassionatamente per continuare il lavoro di crescita del movimento azzurro. Ma con delle eccezioni. Dette le assenze dei calciatori impegnati nei posticipi di lunedi – mancheranno le certezze dell’Under 21 Mandragora, Adjapong, Locatelli e Mancini – ci sono alcune assenze che hanno una giustificazione. Ma Chiesa, Pellegrini, Barella e Kean? Domanda lecita, ma la risposta è facile. Semplicemente perchè sono giocatori ben conosciuti da tutti gli allenatori nazionali e uno stage il giorno dopo le rispettive partite con i club (probabilmente da titolari) avrebbe poco senso. Tutti e 4 saranno tutti aggregati all’ultimo momento al gruppo dell’Under che parteciperà all’Europeo in casa, con l’unica esclusione di Donnarumma (ancora in età da Under) ma ben sostituito dal duo MeretAudero.

Caldara e Conti? Ecco, qui va fatto un discorso diverso. Entrambi i giocatori – insieme a Di Lorenzo, Murru, Biraschi e Petagna – non sono più in età da Under, ma restano prospetti per la Nazionale A, con pochi minuti nelle gambe nel Milan. Mancini vuole osservarli da vicino, non avendo la possibilità di farlo nel loro club. 

Una full immersion azzurra. Obiettivo vincere con le Under, ma con uno sguardo al futuro con ormai Euro 2020 alle porte.

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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