Paul Scholes non si nasconde e racconta un passato che, in Italia, può essere visto come molto difficile ma che in Inghilterra, specialmente alla metà degli anni 90, era considerata la normalità.
Un centrocampista da oltre 700 presenze con la maglia dei Red Devils, condite da ben 149 reti. “Bevevo dal giovedì alla domenica, a volte anche il lunedì, ero in sovrappeso e avevo bisogno di uscire dall’ambiente in cui vivevo – racconta Scholes a ESPN, come riporta Marca, ricordando la sua giovinezza -, a volte alzavo il gomito anche prima della partita. Ho dovuto lasciare quell’ambiente per me“.
Una storia che ha dell’incredibile, specie se si pensa a quanto fatto dall’ex nazionale inglese all’ombra di Old Trafford. Lui però non ha mai mollato, e con la sua grinta ha sempre raggiunto i suoi obiettivi. Cosa è accaduto in seguito a Scholes sta scritto negli annali, e per farsi un’idea basta dare un’occhiata alla bacheca dello United degli ultimi vent’anni.
Oggi, da opinionista acclamato quale è diventato, il quarantatreenne non ha risparmiato stoccate neanche alla sua ex squadra, con Pogba e Sanchez che sono stati oggetto di critiche feroci: “Paul prova a fare del suo meglio, ma poi sai già che darà il peggio di sé nei cinque minuti successivi. Lì, infatti, si presenterà la sua arroganza. Su Sanchez posso dire di non aver mai visto un giocatore così egoista – sentenzia Scholes -, non pensavo che lo United avesse bisogno di un attaccante del genere“.
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