Categories: Interviste e Storie

Rashford entra nella storia dell’Inghilterra: premiato dai reali

Che Marcus Rashford fosse un campione dentro e fuori dal campo già si sapeva, ma che entrasse nella storia d’Inghilterra non si poteva immaginare. A soli 24 anni, il calciatore del Manchester United è stato premiato dal principe William per tutte le sue attività di beneficienza riconosciuto come Member of the Order of the British Empire.

Rashford entra nei membri dell’Ordine d’Inghilterra

“Congratulazioni Marcus Rashford. Continua il lavoro vitale che stai facendo per i bambini in difficoltà di tutto il Regno Unito”, questo il messagio del principe William e Kate Middleton, duca e duchessa di Cambridge. Il MBE è il quinto grado dell’Ordine dell’Impero Britannico, dietro il Cavaliere (o Dama) di Gran Croce, il Cavaliere (o Dama) Comandante, il Commendatore e l’Ufficiale, e viene assegnato per “eccezionali risultati o servizio alla comunità”. Il riconoscimento gli è stato assegnato oggi dal Principe William.

Le azioni benefiche di Marcus Rashford

Tra le tante azioni di beneficienza quella durante la pandemia è stata senz’altro una delle più importanti: la stella della nazionale di calcio inglese ha condotto una campagna per affrontare la povertà alimentare infantile nel Regno Unito, facendo pressione sul governo per fornire pasti gratuiti ai bambini vulnerabili durante la pandemia da Covid19. È riuscito a convincere persino il Premier Boris Johnson della bontà della sua istanza, una questione che non ha nulla a che fare con la politica, ma con l’umanità.

Veniva definito l’uomo oltre al calciatore. Con il suo gesto è riuscito a raccogliere 3 milioni di pasti a persone vulnerabili in tutto il Regno Unito. Ma non solo, insieme al brand Burberry diede il via un charity project per aiutare le diverse associazioni di beneficenza nella lotta contro la povertà o quando per ringraziare un ragazzino che aveva preso parte a un’iniziativa benefica a favore di Fare Share, gli regalò una Play. E ancora, le lotte contro il razzismo, quel murales che lo ritrae nel quartiere di Withington, prima imbrattato dopo il rigore sbagliato nella finale di Wembley, poi riempito di post it, perchè come scritto dai bambini: “Not all heroes wear capes, some wear football boots. We love you”.

Martina Quaranta

Nata a Rimini il primo aprile 1996, il calcio lo scoprii da piccola, a bordo campo, guardando mio fratello. Non ho mai rincorso un pallone perché il calcio l’ho voluto raccontare fin da subito. In Radio, in televisione, online, ovunque. A 24 anni le ambizioni mi portano a Milano, dove incontro Gianluca Di Marzio. Entro così in redazione nell’aprile 2021 e racconto di calcio. E continuo.

Recent Posts

Neve e gelo attendono la Juventus con il Bodø: ma nessun rischio rinvio

Bufera di neve, forte vento e temperature sotto gli 0 gradi: cosa attende la Juventus…

29 minuti ago

Atletico Madrid, Raspadori: “Qui sono felice. Inter avversario tosto, ma vogliamo vincere”

Al Corriere dello Sport l'intervista all'attaccante italiano Giacomo Raspadori, oggi pedina nello scacchiere dell'Atletico Madrid…

41 minuti ago

Juventus, la probabile formazione contro il Bodø/Glimt

La Juventus si prepara alla trasferta in Norvegia contro il Bodø/Glimt di Champions League: la…

1 ora ago

Napoli, la probabile formazione contro il Qarabag: ancora difesa a tre, torna Politano dal 1′

La probabile formazione del Napoli di Antonio Conte per la sfida di Champions League contro…

1 ora ago

Prime pagine: “Milan, scudetto alla diavola”, “Juve sotto zero”

La gallery delle prime pagine dei principali quotidiani sportivi italiani in edicola oggi, martedì 25…

2 ore ago

Everton, Moyes dopo il rosso a Gueye: “Mi piace che i miei giocatori si infastidiscano a vicenda”

Le parole di David Moyes, allenatore dell'Everton, dopo quanto accaduto tra Gueye e Keane durante…

11 ore ago