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Manchester United, quanto costa sognare? Con Mou è pronta un’altra rivoluzione

Noblesse Oblige è la formula che nell’estate dell’Europeo francese risuona in Inghilterra. A Manchester, sponda United, sono tutti sull’attenti, perchè il riaffacciarsi della nobiltà calcistica – portata in grande stile da José Mourinho – obbliga a una rivoluzione positiva: una FA Cup e poco altro nelle ultime tre stagioni è troppo poco per un club che spende e sogna sempre in grande. Con il Portoghese in panchina, dopo la burrascosa parentesi van Gaal, è annunciata la svolta. E il prezzo del cambiamento non può che essere molto alto.

Fino a oggi, 26 giugno, il Manchester United ha già messo in conto quasi 100 milioni. Bailly, difensore del Villarreal, è costato 40; così come Mkhitaryan, in arrivo dal Borussia Dortmund, dove aveva solo un anno di contratto. In più, da aggiungere l’ingaggio astronomico per far felice lo Special One, chiamato a riportare i Red Devils in paradiso. In attesa, poi, di chiarire quale sarà il compenso di Zlatan Ibrahimovic, pronto ad accasarsi in Premier League per un anno. Se calcoliamo i circa 150 milioni spesi nell’estate del 2015, siamo decisamente sulla buona strada. Nel 2014, anno di Di Maria, poi rivenduto, e Shaw, erano stati quasi 200.

Ma c’è di più. La vera sorpresa, Mou potrebbe non averla ancora scartata. La ciliegina sulla torta potrebbe infatti essere Paul Pogba, per cui lo United è disposto a fare follie. A spingere è soprattutto l’agente del francese della Juventus, Mino Raiola, ormai in buonissimi rapporti con il club. Un sogno che spingerebbe il club della famiglia Glazer ben oltre la soglia dei fatidici 200 milioni di monte trasferimenti. E tanti saluti alla Brexit, fantasma che non sembra preoccupare.

Il Manchester United ha deciso di fare il Manchester United, dunque. E con Mourinho vorrebbe osare anche di più. Con quattro-cinque acquisti così importanti, potrebbe davvero battere ogni record. E non si può non pensare, allora, a come la prenderanno i Martial, Depay, Herrera o Schneiderlin, arrivati in Inghilterra a suon di milioni e destinati probabilmente alla panchina, o addirittura all’addio. Per non parlare dei tantissimi ragazzi dell’Academy che ogni anno lo United cresce (Rashford insegna), costretti a stare a guardare, in attesa di una rara chiamata. Dopotuttto, noblesse oblige: soprattutto a spendere. E a vincere.

Redazione

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