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Man United, punto e a capo: a Old Trafford ten Hag perde col Brighton alla prima di Premier

Una spirale di tensioni, incomprensioni, desolazione. Il Manchester United ci è dentro fino al collo, da molto tempo. Ci sono però due date più emblematiche di altre: una di queste è il 7 maggio 2022, l’altra è quella di oggi, domenica 7 agosto. Sono le date di due sconfitte cocenti, ampie nelle proporzioni, demoralizzanti nello sviluppo, separate da appena 3 mesi

A fare da filo di congiunzione tra i due momenti è l’avversario, quel Brighton che ormai ha tutte le carte in regola per essere definito “bestia nera” dello United. E dire che se il 7 maggio la squadra di Ralph Rangnick, sconfitta 4-0 dai “Seagulls”, era considerata alla fine di un ciclo, quella che oggi ha incassato la doppietta di Pascal Gross, e perso 2-1 a Old Trafford, dovrebbe teoricamente inaugurarne uno nuovo e vincente, plasmato dal nuovo allenatore Erik ten Hag

 

 

Manchester United sconfitto dal Brighton a Old Trafford

Che non sarebbe stata una giornata facile per il Manchester United lo si era intuito a dire il vero dall’ora precedente al match, segnata dall’esclusione di Cristiano Ronaldo dalla formazione titolare e dalla contestazione fuori Old Trafford dei tifosi, imbufaliti con la proprietà Glazer, a cui da anni imputano ogni sorta di male. Ma anche le premesse della pre-season erano state tutt’altro che incoraggianti. La vicenda Ronaldo, ovviamente, ma anche il comportamento di altri giocatori, che all’intervallo dell’amichevole contro il Rayo Vallecano avevano lasciato lo stadio, attirando i rimproveri di ten Hag. I cui metodi da “sergente di ferro”, evidentemente, non sono ancora riusciti a scalfire quell‘indisciplina che sembra essere la traccia più evidente del post-Ferguson. 

 

 

Soprattutto, contro il Brighton lo United è parso una squadra senza costrutto, disorganizzata, molle. L’opposto del Brighton, che fa della fluidità tattica e dell’organizzazione le cifre distintive di un vero e proprio “ciclo”, il cui artefice, l’allenatore Graham Potter, è la vera rivelazione in panchina degli ultimi anni di Premier League. Una cornice di tifo tiepido e talvolta polemico ha fatto da sfondo alla prestazione di una squadra che sembrava la copia carbone di quella dell’anno scorso, e che nel primo tempo ha incassato ben 12 tiri, di cui 2 finiti in gol. Le cose non sono migliorate nel secondo, all’inizio del quale lo United ha rischiato il “cappotto” per una cattiva gestione del pallone al limite dell’area che sarebbe potuta costare cara. Ten Hag è stato costretto a ricorrere a Cristiano Ronaldo, entrato al minuto 53′. Un quarto d’ora dopo, l’autorete dell’argentino Mac Allister a riaprire il match. 

 

 

Lo United però non è stato in grado di completare la rimonta, attaccando per 30 minuti con voglia ma poca precisione. La partita è finita 2-1, premiando meritatamente il Brighton del “mago” Potter, salito un’altra volta in cattedra contro i Red Devils. E condannando ten Hag a serie riflessioni: tattiche e soprattutto psicologiche, perché da questa spirale negativa i diavoli rossi sembrano incapaci di uscire. 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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