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“Non sono abbastanza bravo”, le parole di Guardiola specchio della crisi del City

Appena una vittoria nelle ultime 11 partite giocate, ben 25 gol subiti e soltanto 10 segnati. Se i numeri riescono a dare un’idea chiara del momento difficile che sta attraversando il Manchester City, al tempo stesso non sono abbastanza per capire fino in fondo quello che sta succedendo all’interno dello spogliatoio dei Citizens. Lo specchio della crisi sta tutto nelle parole di Guardiola.

 

 

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Manchester City, il cambio di comunicazione di Guardiola

Investimenti incredibili e top player, ma anche un allenatore fuori dal comune. Se negli ultimi 10 anni il Manchester City è diventata una delle più grandi squadre al mondo tanto da vincere il Triplete, gran parte del merito va a Pep Guardiola. Lo spagnolo ha vinto ovunque è andato, innovando il gioco del calcio a suon di intuizioni geniali. Ora però qualcosa si è rotto. Per capirlo basta prendere in considerazione come i suoi discorsi sono cambiati nel corso degli ultimi mesi.

 

 

Guardiola è sempre stato a suo modo un allenatore umile, spesso attento a elogiare e sottolineare le qualità degli avversari, come per De Zerbi al Brighton e Inzaghi all’Inter. Subito dopo aver vinto il Triplete aveva infatti detto: “Siamo proprio contenti, è un’emozione unica. Complimenti all’Inter, è una squadra sensazionale. Sono la seconda squadra più forte d’Europa, non è poco”. Un discorso che sembrerebbe quasi troppo pacato visto il momento, ma che riflette in pieno lo stile dell’allenatore spagnolo. O che almeno lo rifletteva, perchè queste parole stonano totalmente con il 6 fatto con le mani in segno di stizza nei confronti dei tifosi del Liverpool poche settimane fa.

Pep si è scoperto forse per la prima volta fragile. Sarà l’assenza di un giocatore chiave come Rodri o un momento di forma non eccellente da parte dei suoi top player, ma il suo City non riesce più a rendere come un tempo e il problema più grave è che sembra proprio che Guardiola non sappia come invertire il trend negativo.

 

 

Non sono abbastanza bravo – ha detto al termine del derby di Manchester perso in rimonta contro lo United -. Sono il capo, l’allenatore, devo trovare delle soluzioni e finora non le ho trovate. Questa è la realtà. Vogliamo giocare meglio, creare occasioni. Ma al momento non è possibile”.

E pensare che giusto due mesi, prima della lunga serie di risultati negativi, il suo umore scherzando con Fabio Fazio era ben diverso: Ho vinto due volte il triplete? Sono molto bravo”. Sono bastati poco più di 60 giorni per cambiare tutto. Una crisi profonda, un crisi che parte proprio da Pep Guardiola e riflessa nelle sue parole.

Jacopo Pigliacampo

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