Una settimana fa, 1612 giorni dopo l’ultima volta, Julian Alvarez era tornato al Bernabeu. Lo stadio in cui aveva vinto la Copa Libertadores contro il Boca Juniors in una serata che era coincisa con il suo debutto a livello internazionale con la maglia del River Plate, e che sarebbe potuto essere casa sua.
Era il 9 dicembre 2018, Nacho Scocco era in forte dubbio a causa di una contrattura e per sostituirlo c’era proprio l’attuale attaccante del Manchester City, che però aveva collezionato appena 98 minuti in campionato prima di quella partita. Gallardo optò per un attacco con Pratto e il Pity Martinez dall’inizio, per poi inserire La Arana nei tempi supplementari. L’argentino mostrò personalità e sfiorò anche il gol.
Ma non è stata l’unica volta che Alvarez ha giocato al Bernabeu. A soli 11 anni, infatti, lo scout argentino Piero Foglia lo vide giocare nella sua Calchin, cittadina in provincia di Cordoba, e lo portò nella capitale spagnola a provare con i Blancos. Il suo sogno, però, finì praticamente subito: “Stavo giocando campionati giovanili, ma a 13 anni il Real Madrid mi poteva far firmare definitivamente. Per farlo in quel momento, avrei dovuto far spostare tutta la mia famiglia e quindi sono stato costretto a tornare a Cordoba”. Nella sua breve esperienza in Spagna ha anche segnato in un Clasico contro il Barcellona in un torneo giocato a Peralada, in Catalogna.
Così è tornato in Argentina e dopo alcuni provini con Boca Juniors e Argentinos Juniors, si è trasferito al River Plate, il club di cui è sempre stato tifoso e con cui ha vinto tutto, per poi trasferirsi al Manchester City per circa 25 milioni e vincere il Mondiale con l’Argentina. Nella semifinale di andata contro il Real Madrid, Julian è rimasto in panchina, ma Guardiola gli ha concesso 4 minuti nella sfida di ritorno sul 3-0 e l’ex River si è fatto trovare pronto: al primo pallone toccato ha segnato il gol del definitivo 4-0 con cui il City si è guadagnato la finale contro l’Inter.
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