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No Haaland, no party? Ecco il Manchester City che affronterà l’Inter

Innovativo, entusiasmante e impronosticabile, ma di certo non privo di critiche. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente del nuovo format della Champions League che, dopo un’attesa stressante, è ormai ai nastri di partenza… il countdown è finalmente iniziato. Juve-PSV Eindhoven, Milan-Liverpool e Atalanta-Arsenal, ma anche e soprattutto il remake della finale 2022/2023, Manchester City-Inter. A Istanbul, il 10 giugno 2023, finì 1-0 per gli inglesi: riusciranno i nerazzurri a vendicarsi?

 

Credits: Foto Rosito

I nomi altisonanti, certamente, non mancano. Dall’alieno norvegese Haaland (autore di 9 gol nelle prime 4 stagionali), al tuttofare Manuel Akanji. Senza però dimenticare il rinnovato Rico Lewis e un Phil Foden che, reduce da infortunio, è da poco tornato ad allenarsi in gruppo e mette nel mirino un posto da titolare.

È davvero sufficiente fermare Haaland?

L’Inter guidata da Simone Inzaghi, come sostenuto da gran parte del pubblico e da Pep Guardiola in persona, è già stata capace di tener testa ai Citizens. Proprio l’ex Barcellona e Bayern Monaco, tempo dopo la finale di Istanbul, ha infatti ammesso: “Sono campione d’Europa solamente perchè un attaccante (Lukaku, ndr) ha sbagliato un netto colpo di testa a tre metri dalla porta“.

Adesso, però, la sfida arriva in un momento completamente diverso della stagione, per di più con un Haaland in gran spolvero. 359 minuti giocati e già 9 gol (distribuiti su tutti e quattro i match), arrivati dopo solamente 20 conclusioni vedo la porta avversaria. In sostanza: palla all’alieno norvegese e, una volta su due, si va ad esultare.

 

Eppure il “Simoinzaghismo“, come viene chiamato adesso sul web, può contare sulla propria arma segreta. Quello stesso Francesco Acerbi che, all’Atatürk, si mise nel taschino l’attaccante avversario, concedendogli solamente 19 tocchi di palla, 3 passaggi e 1 tiro nell’arco dei 90′. Ma Haaland è davvero l’unico pericolo del Manchester City?

Non solo Haaland: ecco come affrontare Pep

Se è vero che l’81% (9 su 11) dei gol di questa stagione del Manchester City arrivano dal numero 9, bisogna anche riconoscere che i campioni d’Inghilterra in carica sono tutt’altro che Haaland-dipendenti. Il solito 3-2-4-1 messo in campo da Pep offre innumerevoli opportunità: giocate nello stretto, conclusioni da fuori e lanci in profondità sono tutte opzioni che i Citizens sanno mettere in pratica. De Bruyne e Bernardo Silva, così come gli eventuali subentranti come Doku sanno esattamente cosa fare per rendersi pericolosi.

Pavard, Acerbi e Bastoni, però, hanno più volte dimostrato di poter essere all’altezza del compito richiesto: spetterà dunque a loro ripagare la fiducia di tutto il popolo nerazzurro, andando alla ricerca della grande prestazione. E quindi spostiamoci per un momento dall’altro lato del campo, andando ad analizzare la retroguardia Blues. Il terzetto difensivo sarà quello delle grandi occasioni con Gvardiol, Rúben Dias e Akanji posti a protezione di Ederson.

Anche il Manchester City ha un difetto

Il particolare che potrebbe giocare a favore dei nerazzurri? L’apparente fragilità degli avversari nella prima parte di gara. Sia con i titolarissimi che con Stones e Walker, scesi in campo contro il Brentford a causa del turnover, il Manchester City concede tanto – a tratti troppo – subito dopo il fischio d’inizio. Gli unici tre gol finora subiti in stagione, infatti, sono arrivati tutti nei primi 20′ di gioco.

 

L’ultimo in ordine cronologico, addirittura, è arrivato dopo 25 secondi. Incomprensione tra John Stones ed Ederson, il portiere esce a vuoto e la palla termina facile facile sulla fronte di Yoane Wissa, che deve solo battere a rete. Più in generale, però, ad inizio gara i Blues sembrano far fatica a trovare distanze e posizioni: toccherà quindi a Lautaro e compagni indurre gli avversari in errore e capitalizzare il prima possibile. Perchè se il Manchester City si chiude, poi, sembra non esserci più margine per segnare.

Ad ogni modo, chi avrà la meglio? Chi inizierà la nuova Champions League con i tre punti? Per saperlo con certezza non resta far altro che attendere il fischio d’inizio, previsto per mercoledì 18 settembre alle 21.00 nella splendida cornice dell’Etihad Stadium, tra una nota del Blue Moon e l’altra.

Simone Bianchi

Classe 2002, nato nel Varesotto. Cresciuto tra un record del mondo di Michael Phelps e un tackle difensivo di Vidić. Qualche soddisfazione tolta nel nuoto, meno nel calcio. Per riassumerla in breve, come dice Ligabue: “Nato senza i piedi buoni”. Ora inseguo quel sogno, diventato obiettivo, di raccontare lo sport a tutto tondo, per trasmettere quelle emozioni che mi hanno cresciuto fin da bambino.

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