In quello stesso stadio, otto anni fa, visse una giornata da protagonista. Era il novembre del 2010, minuto 76 di Napoli-Bologna: Raffaele Maiello fa il suo esordio ufficiale con la maglia del Napoli al San Paolo, bissando quanto fatto qualche mese prima in casa della Sampdoria. La prima volta davanti al pubblico di casa tua non si scorda mai. L’avrà riassaporata anche oggi Maiello, mentre al San Paolo scendeva in campo con quella maglia del Frosinone che veste da ormai un anno.
90 minuti da protagonista nel centrocampo ciociaro, per lui che sognava di vivere con addosso l’azzurro. “Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Napoli ed ho esordito con questa maglia in Serie A. È stata una gara da emozioni particolari”. Non ne fa alcun segreto Maiello, napoletano di Acerra, arrivato in azzurro ad appena nove anni. Dopo gli anni di scuola calcio ad Afragola, la chiamata del Napoli sembrava un sogno anche per lui che era poco più di un bambino. Una lunga rincorsa fino a quell’esordio del 2010.
“Mi fa sempre piacere rivedere Insigne. Il Napoli ha un grande centrocampo, con tanta qualità. La squadra è forte ed è in crescita, la sfortuna è avere davanti una Juventus del genere che è davvero fortissima. Sapevamo che sarebbe stata quasi impossibile venire qui e fare risultato, ci sarebbe servita anche un po’ di fortuna”. Raffaele non fa drammi, dall’alto della classifica non era il San Paolo lo stadio in cui trovare punti importanti per la salvezza del suo Frosinone. Ma quella Napoli che l’ha fatto crescere non la dimentica, nonostante le tante stagioni in prestito in giro per l’Italia tra Crotone, Ternana ed Empoli. Quella del Frosinone sembra ora la realtà perfetta, l’ultima tappa di un lungo viaggio cominciato diciotto anni fa con addosso i colori azzurri.
Per uno come lui, che Napoli l’ha vissuta prima da tifoso e poi da giovane calciatore, è impossibile non fermarsi a guardare il San Paolo anche dall’esterno. Al fischio finale del match, dopo la doccia coi compagni di squadra, si avventura davanti alle telecamere e saluta tanti volti noti, gli stessi che l’hanno visto crescere anni fa da quelle parti.
A cura di Gennaro Arpaia
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