Un passo indietro per farne due in avanti. È sempre stata questa la filosofia di Sebastiano Luperto, uno di quelli che non parla mai troppo ma ragiona tanto. In campo come fuori. Diventato uno dei punti di riferimento di questo Empoli che davanti stupisce tutti con la qualità e la classe dei giovani gioielli lanciati dall’Accademia toscana, ma che non sfigura dietro.
Il difensore centrale leccese è ormai una certezza, da due anni convince gli allenatori che passano dalla panchina di Empoli e crea – insieme con i compagni, Vicario su tutti – un reparto difensivo che fa dormire sonni tranquilli ai compagni. Domani, però, sarà chiamato al compito forse più complicato di tutta la stagione: marcare l’amico-nemico Osimhen, con cui ha incrociato la strada all’inizio della stagione 2020/21 quando Victor era appena arrivato dalla Francia, prima di lasciare la città per spostarsi in prestito. Da vicini di spogliatoio a rivali in campo per 90’.
Luperto ritroverà un pezzo di vita in campo al Castellani, è sempre così quando si gioca Empoli-Napoli: quell’azzurro è un passaggio fondamentale della sua carriera, dalle categorie giovanili conosciute dieci anni fa fino alla prima squadra, alla Serie A, alle notti di Champions League. In Primavera è un punto di riferimento per compagni e allenatori, quel ragazzo che sembra più grande degli altri e più maturo per l’età che ha. Con Benitez, nel 2015, l’esordio in campionato con la prima squadra, poi le stagioni alla Pro Vercelli e il primo incontro con Empoli nel 2016.
Due anni più tardi, anche un altro santone della panchina come Ancelotti si fida di lui e in due stagioni azzurre si ritaglia il suo spazio al Napoli. Taciturno, ma sempre con il sorriso sulle labbra, accetta l’esperienza a Crotone che serve a mettere minuti importanti nella massima serie, quindi l’occasione di ritrovare Empoli: Napoli gli ha regalato esperienza e amore, la Toscana però è un’isola felice in cui il rendimento è una costante ormai da due stagioni.
Anche con Zanetti le cose non cambiano: è sempre andato in campo in questo campionato – due sole le assenze a causa di squalifiche – anche un gol nel suo tabellino contro il Torino, un mese fa. A 26 anni il processo di maturazione di Luperto sembra ormai giunto a compimento, ma la riprova ora la aspetta anche nel match di domani: nessuna “vendetta” da consumare, ma la voglia di dimostrare che anche contro le stelle di Osimhen e Kvaratskhelia il rendimento suo e di tutta la difesa toscana. E la speranza che possa finire come un anno fa, quando il Castellani si trasformo in una piccola Bomboniera e i giganti azzurri crollarono sotto i colpi della squadra di Andreazzoli. La filosofia resta la stessa: un passo indietro per farne due in avanti. E mettere lo sgambetto alla capolista per regalarsi l’ennesimo pomeriggio di festa.
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