Hoffenheim, Petersson
Il portiere dell’Hoffenheim e dell’Islanda U21, Lukas Petersson, ha parlato dell’esperienza in nazionale e in Germania ai nostri microfoni
Il giovane portiere dell’Under 21 islandese Lukas Petersson ha rilasciato un’intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com dopo la vittoria per 3-1 sul Lussemburgo di ieri, 13 novembre. Dai ricordi di Euro 2016, quando Lukas aveva appena 12 anni, agli obiettivi della sua carriera e infine i suoi idoli: tanti i temi toccati dall’emergente estremo difensore dell’Islanda U21.
“A lungo termine vorrei stabilirmi nell’Hoffenheim, dove sono già da 12 anni“, ci ha confidato il 21enne, che è nato in Germania.
Petersson ha poi parlato dei suoi obiettivi con il club tedesco: “Diventare il titolare dell’Hoffenheim è un sogno, anzi un grandissimo sogno. Attualmente ho due portieri forti davanti a me, uno di questi è Baumann (il titolare della nazionale tedesca, ndr) ma io sono fiducioso di potercela fare. Devo solo avere pazienza e lavorare duramente, e di conseguenza forse un giorno avrò la mia chance in Bundesliga“.
Sull’importanza di poter imparare proprio da un portiere come Baumann, che vanta 499 presenze in Bundesliga, ha detto: “È fondamentale! Prima di entrare a far parte della prima squadra sottovalutai l’importanza, perché ovviamente non ero a conoscenza. Ma potermi allenare con lui dopo averlo conosciuto è ottimo, perché parliamo di un grande professionista. È un esempio a cui posso ispirarmi“.
Ci sono tanti portieri giovani e di talento nel giro per il mondo, ma non tutti sfondano per un motivo o per un altro. Sull’importanza di avere una chance, Petersson si è espresso così: “Trovare spazio il prima possibile è la chiave, a prescindere dal livello o dal campionato. Ci vuole fortuna… e poi quando arriva il tuo momento devi farti provare pronto! Il mio idolo? Sicuramente Neuer, perché ha rivoluzionato il calcio. Gli ho rubato qualcosina e provo a riproporlo quando gioco. Poi ci metto anche Oli (Baumann, ndr) che è nel club da tanto tempo. Ho visto tante sue partite e lo vedo sempre lavorare dietro le quinte. Per me è una grande fonte di ispirazione. E sul podio poi ci metto mio padre, che è stato un giocatore di pallamano a livello professionistico per tanto tempo“.
Hannes Þór Halldorsson, il mitico portiere islandese di Euro 2016, aveva già 32 anni quando diventò famoso durante il torneo in Francia, prima di partecipare anche al Mondiale due anni dopo. E l’ex film-maker, diventato una star tra i pali, è un ottimo esempio di dedizione e costanza: “Ottimo esempio, bisogna avere pazienza e dare tutto. A noi portieri, rispetto ai giocatori di campo, spesso non viene data una chance di esordire a 16 o 17 anni. Dobbiamo aspettare ed essere molto pazienti…“.
“Pazienza” è una parola chiave nel vocabolario di Petersson, e forse per il suo paese in generale. L’Islanda ha disputato la sua prima partita ufficiale nel 1930, ma ha dovuto aspettare 86 anni prima di staccare il primo biglietto per un grande torneo. E l’Europeo di quasi dieci anni fa è rimasto impresso nella memoria di Petersson.
“Lo ricordo bene, il nostro paese non aveva mai provato un’esperienza del genere. Io ho visto dal vivo la partita col Portogallo (1-1 a Saint-Etienne, ndr) poi siamo tornati a casa, dove vidi la partita con l’Inghilterra (vittoria per 2-1, ndr). Poi siamo tornati in Francia per il quarto di finale proprio contro la Francia, che ci ha battuti 5-2. Ma era la Francia… che alla fine è arrivata in finale. Io ero uno dei 30,000 e ho partecipato al Viking clap“.
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