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“Hey, come stai?”: dal Chelsea al Manchester, il rapporto Lukaku-Mourinho

La Roma si sta muovendo concretamente per mettere Romelu Lukaku a disposizione di José Mourinho. Dopo l’arrivo di Azmoun, che ha firmato il suo contratto in giallorosso, il belga potrebbe essere il giocatore che completerà il reparto offensivo dello Special One. Tiago Pinto e Ryan Friedkin sono volati a Londra per discutere le condizioni con il Chelsea e nelle prossime ore si attendono importanti novità sullo sviluppo della trattativa. Lukaku potrebbe dunque ritrovare Mourinho, con cui aveva già lavorato nel Chelsea prima e con il Manchester United poi. Ma qual è stato il loro rapporto?

 

 

Le difficoltà nel Chelsea e la cessione all’Everton

A volte succede che devi scontrarti con il tuo allenatore, ma a fine giornata devi essere in grado di andare oltre, di poter dire il giorno dopo: hey, come stai? E cominci di nuovo a giocare. Il rapporto tra Mourinho e Lukaku è spiegato brevemente in questa frase, che l’ex Inter ha pronunciato nel 2019 a Sky Sport, protagonista de I Signori del Calcio. Tutto ha avuto inizio nel 2013, in una breve e amara parentesi di un giovane Lukaku, ai tempi ventenne attaccante del Chelsea.

 

Sulla panchina dei Blues sedeva proprio lo Special One, che gli concesse solo due spezzoni di partita: “Le difficoltà iniziali con Mourinho erano legate al fatto che io volevo giocare e credevo di meritarmelo. Lui invece pensava che io non fossi pronto. Era la tipica situazione in cui un giovane calciatore vuole giocare per mettersi in gioco, mentre l’allenatore aspetta che faccia un salto di qualità. Se devo essere onesto, nel mio caso, mi ero migliorato molto negli ultimi due anni e lui non credeva in questo. Perciò sono andato via”, aveva confessato il belga, che sotto la guida tecnica del portoghese aveva pure sbagliato il rigore decisivo nella finale di Supercoppa Europea contro il Bayern Monaco. 

La rinascita nel Manchester United

I due si incontrarono di nuovo dopo 4 anni, nel 2017: questa volta a Manchester, sponda United. Mourinho, a sua detta, trovò un giocatore in crescita: “Lukaku era solo un ragazzino quando l’ho conosciuto al Chelsea e al Manchester United era ancora in fase di sviluppo”. Crescita testimoniata dai numeri del belga, che nei Red Devils scese in campo in 76 occasioni, con 33 gol e 11 assist all’attivo agli ordini dell’allenatore ex Real Madrid. Da incorniciare il rendimento in Champions League, in cui realizzò 5 reti in 8 gare.

  

 “Abbiamo avuto un buon rapporto lavorativo e personale, perché lui mi ha compreso sia come uomo sia come persona. Ai tempi lui non mi aveva capito, perché ero un giovane ragazzo e non conosceva il background della mia vita. Ora invece lo conosce, sa l’uomo che sono, gli sarò sempre grato perché è stato il mio sogno da bambino essere allenato da lui. Ognuno ha il suo rapporto particolare con Mourinho. Ogni tanto facciamo a testate, ma lo adoro. E penso che mi adori anche lui“, ha aggiunto il belga. Un rapporto che dopo un inizio difficile sembra essere definitivamente sbocciato e che potrebbe proseguire in giallorosso. 

 

Redazione

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