Il lutto di Luis Suarez Miramontes ha scosso l’intero mondo del calcio. Il calciatore spagnolo, che ha vestito anche la maglia dell’Inter, contribuendo in maniera importante a scrivere la storia della società nerazzurra. Anche l’amministratore delegato Giuseppe Marotta ha voluto omaggiarlo.
L’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta ha ricordato le grandi gesta in nerazzurro di Luis Suarez: “Un grande colpo e un grande acquisto – ha esordito ai microfoni di Sky Sport – È stato un giocatore molto importante nel gioco e nell’economia di quella grande Inter di Herrera. Ha vinto due Coppe dei Campioni. Io sono riuscito a vederlo la prima volta proprio in occasione della vittoria contro il Benfica, nel maggio del ’62. Ho visto quella squadra che ho sempre ammirato”.
In seguito, parole riguardo il loro rapporto: “Con Luis ho avuto un rapporto di grande amicizia, soprattutto dopo che è passato dalla Sampdoria c’ero anche io. Lo ricordo come allenatore, soprattutto alla guida della Nazionale Spagnola Under 21 con cui ha vinto l’Europeo. Credo che sia una grandissima perdita perchè valuto anche l’uomo. Rappresenta un calcio che non c’è più. Ha amato molto l’Inter. Lascia molto ai posteri, oltre alle qualità tecniche anche grandi qualità umane”.
Giuseppe Marotta ricorda le qualità tecniche e il talento di Luis Suarez: “Dal punto di vista calcistico, la somiglianza con Pirlo è uno spaccato a cui far riferimento. Ho avuto modo di vedere quell’Inter e ricordo il suo lancio molto lungo. Era una caratteristica nuova in quel calcio lento e metodico. Era un’innovazione. Era il metronomo di quell’Inter che ha scritto la storia del calcio italiano ed europeo”.
Inoltre, Beppe Marotta ha parlato anche dell’aneddoto relativo a Cristiano Ronaldo (Luisito Suarez lo aveva suggerito a Massimo Moratti, ndr): “Ne ha fatto un suo motivo di orgoglio. Lo ha raccontato spessissimo. Le persone anziane sono sagge e l’ho frequentato molto. Ha ragione Moratti, glielo aveva suggerito. Ronaldo era un ragazzino e lui era allenatore. Ricordo che alle cene che si facevano ricordava sempre questo episodio. Anche da allenatore ha fatto un percorso molto valido vincendo l’Europeo con una squadra di assoluto valore. Uomo di grande umanità e umiltà, sinonimo di grande coraggio“, ha concluso.
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