Tra retroscena di mercato e legati al campo, Luis Alberto si è raccontato in un’intervista
Lasciare il segno. Quello che ha fatto Luis Alberto per tanti anni con la maglia della Lazio prima di volare in Qatar. Il “mago”, leader tecnico dei biancocelesti fino all’estate del 2024, si è reso molto spesso decisivo a suon di gol e assist prima dell’addio.
Addio di cui ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, insieme ad altri retroscena legati al calciomercato e al campo.
Lo spagnolo, per iniziare, ha ammesso di esser stato contattato dal Milan qualche stagione fa: “Ho parlato con Maldini e Leonardo. Era il 2018-19. Ho sempre saputo però come va qui in Italia, non era facile portarmi via dalla Lazio“.
Sull’avventura in biancoceleste, invece, ha dichiarato: “Il primo anno alla Lazio non è stato facile, sono stati sei mesi difficili. C’è stato un momento in cui volevo smettere e tornare a casa. Mi sarei messo a giocare con gli amici, avrei forse fatto il cameriere. Tare mi ha fatto cambiare idea“.
Il trequartista ha poi proseguito: “Con Sarri non parlo da quando è andato via dalla Lazio, mi sento solo con i ragazzi del suo staff. Gli voglio però molto bene, mi piace perché è un uomo che vive sempre con la faccia in avanti. Ho imparato tantissimo da lui, per me è un maestro. Mi farebbe piacere vederlo prima di Milan-Lazio”.
I rimorsi, però, non mancano: “Fino a febbraio della stagione 2020 ero convinto al 100% che avremmo vinto lo Scudetto. Poi il campionato si è fermato e il calcio è fatto così, cambia ogni settimana. Prima dello stop vedevo la squadra felice, il Covid ci ha distrutto. Prima girava tutto bene, poi ha iniziato a girare tutto male”.
E per concludere: “In Italia mi vedo solo con la Lazio. Se mi chiamasse Sarri forse potrei pensarci, ma se mi chiamasse Lotito niente da fare“.
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