Si dice che chi vuol ben costruire deve avere buone fondamenta e Guido Angelozzi ne sa qualcosa. Flashback, giugno 2022. Il Frosinone ha appena salutato Federico Gatti, venduto in inverno alla Juventus, e ha iniziato a ricostruire la sua rosa. Il primo calciatore ad arrivare in Ciociaria è Fabio Lucioni, fresco della vittoria del campionato contro il Lecce. La miglior scelta che i giallizzurri potessero fare. “Ho subito sposato questo progetto per portare la mia esperienza al resto del gruppo – racconta sulle pagine di gianlucadimarzio.com. Cerco di non tirarmi mai indietro, sia a livello di presenza fisica che per dare consigli a tutti i miei compagni”.
Leader, tanto in campo quanto fuori, nonostante l’età e l’arrivo dal Salento in prestito secco. Qualche altro giocatore avrebbe potuto “sedersi”, non Lucioni: “Io sono questo, ho sempre basato tutto sul lavoro e sulla condivisione nello spogliatoio. Mi alleno tutta la settimana per farmi trovare pronto seppur sia qui in prestito secco, ho l’ambizione di sognare qualcosa di importante”. E non ci ha messo molto “Lo Zio” a entrare nei cuori dei suoi compagni di squadra, la maggior parte dei quali poco più che ventenni: “Con loro cerco di essere il più trasparente possibile, non mi è mai piaciuto nascondermi e mai lo lo farò. Preferisco dire le cose come stanno con sincerità. Se posso gli do un consiglio, se è necessario gli tiro le orecchie. Cerco di fargli capire che questo per loro è un anno importantissimo, in una società che crede e punta molto sui giovani. Ma non è quasi mai necessario, al di là delle frasi fatte questo è davvero un gruppo fantastico ”.
Un gruppo che sta permettendo al Frosinone di volare: +15 sulle terze, +12 sulla seconda. Guai, però, ad abbassare la guardia: “Dobbiamo spingere sull’acceleratore, il trabocchetto in Serie B è sempre dietro l’angolo. Possiamo alzare ancora di più l’asticella, credo che questa squadra abbia ancora dei margini di miglioramento”. Un mantra comune a quello di Fabio Grosso, con il quale c’è un ottimo rapporto: “C’è stata molta chiarezza e franchezza fin dal primo giorno. Lavora molto, è al campo dalla mattina alla sera e cerca di curare ogni dettaglio. È riuscito a entrare nella testa di ognuno di noi, è questo il segreto del nostro gruppo”. Vietato parlare di promozione, la scaramanzia ce lo impone, ma la settimana calcistica nella quale stiamo entrando sarà fondamentale per il Frosinone: “Per me il vero snodo sarà la gara infrasettimanale a Ferrara contro la Spal, l’ho detto anche nelle passate stagioni. Abbiamo Parma, Spal e Venezia in 8 giorni, ora i punti pesano di più ”.
Una delle vittorie più belle per Lucioni ei suoi compagni è aver riportato la gente allo stadio dopo qualche stagione “piatta”. Contro il Parma, nella gara di venerdì sera, si va verso il tutto esaurito: “Non si può chiedere un ampliamento dello Stirpe? – chiede sorridendo. Dobbiamo essere orgogliosi, perché se i tifosi vengono a vederci vuol dire che trasmettiamo i nostri valori. Non ci arrendiamo mai nonostante qualche passo falso, cerchiamo di imporci in qualsiasi campo e contro chiunque. Avere uno stadio pieno deve essere la nostra prima vittoria ”.
Ma cosa c’è nel futuro di Fabio Lucioni? Il suo prestito scadrà il prossimo 30 giugno, ma nulla è scontato: “Io e la mia famiglia ci siamo ambientati bene. Naturalmente non è una sola componente a decidere, ma bisogna fare le cose in due e con la massima lucidità. Questo significa che da parte mia, qualora ci fosse la possibilità e la volontà da parte di entrambi per farmi restare, sono aperto a un dialogo”. Da grande, invece, c’è la strada da direttore sportivo ad attenderlo: “È quello che vorrei fare, però mi sento ancora giocatore. Fino a quando avrò questa voglia e questo fuoco dentro che mi permette di andare al campo con il sorriso non ci voglio pensare”.
Parlarne è prematuro, anche perché “Zio Fabio” deve ancora badare ai suoi ragazzi: “Faccio tre nomi per il futuro: Borrelli, Turati e Boloca. Il primo è cresciuto esponenzialmente, soprattutto a livello mentale. Il secondo è una conferma. Il terzo se capisce i giusti tempi di gioco diventa un centrocampista completo”. E quando gli chiediamo tre fotografie della sua esperienza a Frosinone, ce ne dice solamente due: “La prima è sicuramente l’ingresso allo ‘Stirpe’: è uno stadio che ti mette voglia di giocare. La seconda è il gol al 94′ contro il Bari: lì c’è stato uno splendido abbraccio di gruppo, non solo con i miei compagni ma anche con lo staff ei collaboratori. La terza, invece, spero sia ancora da scattare…”.
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