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Luci spente al Ferraris, lo spettacolo è (solo) sugli spalti: tra rimpianti (di Giampaolo) e sorrisi (di Ballardini)

Un’attesa interminabile, come ogni volta. E uno spettacolo incredibile: a partire dalla vigilia, coi tifosi rossoblucerchiati a caricare Samp e Genoa nei rispettivi ritiri a ventiquattr’ore dal fischio d’inizio. Di un derby che lo spettacolo vero lo ha regalato soprattutto sugli spalti: scacchi rossi e blu in una Gradinata Nord che non ha mai smesso di cantare, un mare di bandiere a sventolare nella Sud e distinti cerchiati di blu a colorare il Ferraris per tre quarti blucerchiato. In campo, invece, ad avere la meglio è stata la voglia di non perdere: nonostante un record da scrivere la Sampdoria (mai una squadra è riuscita a vincere quattro derby consecutivi) e una supremazia cittadina da riportare dalle parti di Genova Pegli il Genoa, luci spente a Marassi e poche, pochissime emozioni sul prato di Marassi.

Grifone attendista, Baciccia impreciso nell’ultimo passaggio: risultato, zero a zero all’intervallo, qualche conclusione da fuori e guanti pulitissimi per Viviano e Perin. Ad accendere una ripresa iniziata sugli stessi ritmi, le proteste della Samp per un contatto in area Rigoni – Praet, belga giù ma per Massa non c’è nulla. Tutto da rifare e cronometro che scorre: un quarto d’ora al termine, Giampaolo si gioca la carta Ramirez (decisivo all’andata) per Caprari. A portarsi in avanti alla ricerca del vantaggio però è il Genoa: sponda di testa per Rigoni, centrocampista che cade in area dopo un contatto con Viviano. Bandierina alzata per fuorigioco e ancora tabellone sullo zero a zero a Marassi. Linetty e Caprari provano a rispondere ma Perin si fa trovare pronto. Ancora centoventi secondi per provarci, ma nel recupero non succede più nulla: un punto a testa per Sampdoria e Genoa, dal sapore però decisamente diverso. Dal gusto amaro per Viviano e compagni, tra le occasioni mancate e i rimpianti di Marco Giampaolo (costretto a due cambi forzati e forse quello che più di tutti è sembrato crederci fino all’ultimo secondo): Fiorentina a più due dopo il successo dell’Olimpico ed Europa da inseguire.

“La squadra ci ha provato in tanti modi, forse c’è mancato qualcosa negli ultimi venti metri: ma l’atteggiamento è stato quello di una squadra che ci ha provato e che voleva vincere, bravo il Genoa a impedirci di fare gol. – il Giampaolo pensiero – Rammarico per i due cambi forzati? La partita è stata condizionata da quei due cambi, che non avrei mai fatto e che mi hanno messo nella condizione di non fare il terzo prima. Non ho potuto dare linfa offensiva e lucidità lì davanti, un po’ l’avevamo persa: da quel punto di vista siamo stati un po’ penalizzati. Il record mancato? Dispiace ma non per me, per il nostro mondo: il mondo Samp, ma io ci metterei la firma a ripetere gli ultimi quattro derby nel futuro”. Sull’Europa più lontana. “Il nostro obiettivo è arrivare all’ultima partita potendoci giocare l’accesso in Uefa, sarebbe un risultato straordinario: il calendario è duro per tutti, due punti spostano poco”.

Dall’altra parte di Genova, invece, quello portato a casa è un punto dal sapore più dolce: perché muove la classifica (Genoa a quota 35 e Bologna agganciato per una notte) e permette a Ballardini di mantenere l’imbattibilità nei derby. “Il Genoa questa sera è stato ordinato, molto attento anche se non eravamo così brillanti come in altre occasioni: è la terza partita in sette giorni, così come per la Samp. – il ‘Balla’ pensiero, con l’allenatore rosssoblu che in conferenza evita di sedersi sulla sedia blucerchiata ‘per rispetto, non mi sento a mio agio’ – Stasera siamo stati un po’ meno aggressivi nella zona centrale perché ci siamo abbassati un po’ troppo e non siamo stati brillanti e veloci nel contrattaccare: non abbiamo solo difeso, abbiamo giocato in diversi momenti anche con 3 attaccanti togliendo un centrocampista”. Non riuscendo però mai ad impensierire la Sampdoria, fino al triplice fischio di Massa. Cento sedicesimo derby alle spalle, un punto a testa: dal sapore diverso, in attesa dell’ennesimo incrocio. Countdown ripartito, verso il prossimo Derby della Lanterna.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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