Un solo supermercato, nessun fast food e l’unico bar del villaggio è quello della squadra di calcio. La maggior parte dei residenti deve recarsi in altre città per accedere a tutti gli altri servizi. Eppure Loughgall, dalla prossima stagione, avrà una squadra in Premiership, la massima serie del calcio nordirlandese. Un traguardo che mancava nel villaggio dal 2007. Ora, con 282 abitanti, sarà la più piccola città d’Europa con una squadra nel primo livello calcistico.
Un risultato storico con uno dei budget più bassi del campionato. “Alla promozione ci stiamo lavorando da quando abbiamo nominato il nostro manager Dean Smith nel 2016”, ci ha raccontato il direttore del club Mark Pierson. “Quando Dean è subentrato, eravamo penultimi in classifica. Dalle pessime condizioni in cui eravamo, ha creato una buona squadra, lo staff e l’atmosfera giusta e da lì ha costruito. Avremmo dovuto vincere il campionato nel 2020 ma il Covid ha rovinato le nostre possibilità, è stato sospeso quando eravamo al secondo posto“.
Scherzando, quando si allenano dicono che in campo c’è il 10% della popolazione. “Cerchiamo di inserire i giocatori giusti. La maggior parte vive entro 45 minuti dallo stadio. Il punto di forza è la nostra unione. Abbiamo la squadra, l’allenatore, lo staff e il consiglio di amministrazione che sono tutti impegnati nella stessa visione di giocare a calcio in Premiership”. Come filosofia di gioco viene in mente subito il Napoli di Spalletti. “Sul campo abbiamo puntato tutto sul nostro gioco d’intensità, il pressing alto ha mandato in confusione molte squadre quest’anno”.
A festeggiare la promozione erano esattamente 57 i tifosi, ma “il villaggio è molto vicino alla squadra: abbiamo buoni rapporti con la scuola locale e riceviamo un buon supporto dalla gente del posto. Ci consideriamo rappresentanti del villaggio. Per il suo ambiente rurale, Loughgall ha molti contadini e anziani che vivono nelle vicinanze”.
La vera forza della squadra è tutta la gente della cittadina che la porta avanti. Tutto questo lanciando anche una piccola lezione di marketing: usare il calcio per esportare il “brand” Loughgall. “Il villaggio è anche noto per i suoi meleti, la mela sul nostro stemma è un riferimento proprio a questo. È la regione di produzione di mele più settentrionale d’Europa“.
Una favola in mezzo a un paradiso terrestre. Lo stadio confina con un bosco, una delle mete preferite per i corridori e i golfisti nordirlandesi. All’interno del parco forestale c’è lo stesso lago che dà il nome al villaggio (Lough in Irlanda del Nord, Irlanda e Scozia è un altro termine per dire “lago”, ndr). “Lo stadio è molto suggestivo, ha una delle location più belle del nostro campionato“.
Come si può descrivere Loughgall? “Un qualsiasi altro posto dove si lavora in mezzo alla settimana e ci si gode il calcio nel weekend”. Con semplicità. Un calcio d’altri tempi, dove è il villaggio che porta avanti la squadra e la passione della gente supera ancora tutto il resto.
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