L’intervista abbiamo dovuto posticiparla. Dovevamo chiamarlo in mattinata. Poi ci siamo sentiti nel pomeriggio: “Scusatemi ero stanco, dovevo riposare. Stanotte ho dormito poco…”. Giovedì sera Lorenzo Paramatti, figlio di Michele, ex giocatore di Bologna e Juventus, ha ottenuto la promozione in massima serie rumena, con il Craiova: “Ieri sera abbiamo festeggiato, anche se con le restrizioni non abbiamo potuto fare niente di speciale purtroppo. Abbiamo riportato il Craiova in serie A rumena dopo dieci anni. Dopo la partita ci siamo ritrovati e siamo stati insieme a festeggiare. Poi siamo tornati a casa entro l’orario del coprifuoco. Il problema è che una volta rientrati è stato impossibile dormire dall’adrenalina. Avrei potuto giocare un’altra partita da quanto ero energico”.
Si sente subito aria di rivalsa nelle parole di Paramatti. Parole che sanno di rivincita personale: “Questo è il mio secondo campionato che ho vinto in carriera – racconta a Gianlucadimarzio.com – Il primo lo vinsi a Bologna in Serie B, ma stetti tutta la stagione fuori per gli infortuni. Questo è il primo campionato che vinco da protagonista e che sento mio. È una rivincita per me, dopo che mi sono state chiuse molte porte in faccia a causa dei problemi fisici. Devo ringraziare i miei agenti Alessandro Pezzoli e Fabio Dall’Ara, che hanno creduto in me e mi hanno dato questa possibilità in Romania: per me è una grande soddisfazione. Sono sollevato e felice. Se ci penso dico ‘Cavolo, son riuscito a raggiungere una cosa bella, che terrò sempre dentro di me’. Adesso voglio ripartire: spero sia solo una ripartenza”.
Lorenzo Paramatti ha 26 anni. Un passato tra le giovanili del Bologna e dell’Inter, e tante presenze anche nelle giovanili della Nazionale. Poi gli infortuni e la malasorte nel momento peggiore: “Al Bologna al secondo giorno di ritiro con la prima squadra mi rovinai il ginocchio in un contrasto con Paponi. Ho perso tutta la stagione in cui il Bologna è stato poi promosso in Serie A”. Sliding door: “Lo vedo come un treno perso, non per demeriti ma per sfortuna. Da quel momento non ho più avuto grandi possibilità”.
Dopo qualche anno nelle serie inferiori italiane, Paramatti ha scelto di dare un nuovo slancio alla sua carriera andando a Craiova, in Romania. Una scelta che motiva così: “Sono andato all’estero per uscire dalla mia comfort zone. Questo mi è servito molto per crescere: ti devi adattare a un nuovo mondo, nuovo stile alimentare, nuova lingua”. E sulla lingua c’è un aneddoto particolare: “L’italiano e il rumeno sono due lingue latine, non sono poi così distanti. La cosa buffa è che qui tutti conoscono Totò Cutugno. Quando i miei compagni mi vedono ci cantano Cutugno, o Al Bano. Sono canzoni che io in Italia non ho mai sentito, loro invece sì. È una cosa che mi fa schiantare dal ridere…”.
L’estero, sinonimo di esperienza di vita e nuove opportunità: “Se riesci a esprimerti al meglio, ti si possono aprire molte più porte giocando all’estero piuttosto che farlo in Italia in Serie C. Non c’è paragone tra vincere un campionato di serie B all’estero piuttosto che giocare la salvezza nelle serie minori italiane. Andare via dall’Italia è stato un investimento personale, per una possibilità di crescita futura. Adesso in serie A rumena mi si possono aprire molte più possibilità: per esempio, se dovessi rimanere giocherei contro squadre che hanno affrontato la Roma, tipo il Cluj. Questa visibilità e soddisfazione in Serie C non le trovi”.
Lorenzo Paramatti, cresciuto con un maestro in casa. Papà Michele (160 partite in Serie A): “Lui mi ha seguito dovunque in tutta la mia carriera. Sarebbe venuto a Craiova ogni weekend perché c’è anche un volo diretto da Bologna, purtroppo non è stato possibile a causa del Covid. Con lui ho un rapporto bellissimo: per me è un esempio. Imparo tutto da lui, non solo in campo”.
Sì, perché se il Craiova ha ottenuto la promozione, lo deve anche a un altro italiano: Andrea Compagno attaccante nato a Palermo e cresciuto nei settori giovanili di Catania e Torino. Anche lui ci ha raccontato la sua esperienza: “Venivo dal campionato di San Marino che è dilettantistico, e avevo bisogno di rilanciarmi. A Craiova invece ho ritrovato stimoli, grazie all’ambizione di questa società e la passione dei tifosi. È stata un’annata intensa, difficile anche perché in un contesto molto diverso da quelli in cui sono cresciuto. Alla fine ci siamo tolti questa grande soddisfazione, ed è stata una bella ricompensa per gli sforzi fatti”.
Cinque gol nei playoff per Compagno, l’uomo decisivo nella lotta alla promozione: “Nel momento clou della stagione mi sono fatto trovare pronto. È bello incidere e essere decisivo sempre, ma è ancora più bello quando è una piazza intera che te lo chiede. Spero di continuare così per questa maglia. Questa gente ci ha dimostrato tanto affetto, e sono contento di ciò che ho fatto per loro”.
Andrea Compagno ha 25 anni e le idee chiare in testa sul suo futuro: “Ognuno ha il suo percorso. Bisogna saper aspettare e credere nel lavoro quotidiano: prima o poi ti ripaga. Ho impresso la frase di Baggio che disse: ‘Il sacrificio e il duro lavoro sono il ponte tra sogno e realtà’. Questo è il leitmotiv della mia vita. È chiaro che essendo italiano il mio sogno sia quello di giocare in Serie A: per l’Italia ci sarà tempo, o magari non ci sarà mai, chi lo sa… io voglio arrivare al giorno in cui mi dovrò guardare indietro e non voglio avere rimpianti”.
Per chi crede nel lavoro, e per chi sa aspettare, non esiste treno che non potrà ripassare. E non ci sarà specchio di fronte al quale ci sarà da avere rimpianti.
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