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Maignan, Zebras e il sogno parigino. Berra: “È la mia seconda opportunità, voglio il Mondiale”

Lorenzo Berra, numero 10 delle Zebras (Crediti: Ufficio Stampa KL)
Lorenzo Berra, numero 10 delle Zebras (Crediti: Ufficio Stampa KL)

L’intervista a Lorenzo Berra, primo pick delle Zebras in Kings League Italia, tra infortuni, occasioni perse e un futuro da scrivere

Una stupidata, ho fatto tutto da solo“. Ci sono treni che passano una volta sola, come quello diretto in Messico, per il primo storico Mondiale per Club di Kings League. Il nome di Lorenzo Berra era sulla lista, invece si è ritrovato a vederla da casa, per colpa di un infortunio alla caviglia tanto banale quanto crudele. “Mi mangio le mani, oggi avrei potuto essere una wild card”.

Eppure, questa chance sprecata non ha cambiato il suo approccio. Lavorare sodo, migliorarsi e sfruttare ogni occasione, come ha dimostrato di saper fare con gli Zebras. Un viaggio che parte in uno dei tanti oratori milanesi e che potrebbe avere un lieto fine all’ombra della Tour Eiffel. “Luca (Campolunghi, ndr) ha costruito uno staff molto importante. Vogliamo andare in Francia“, ha rivelato senza mezzi termini ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

Classe 2003, laureando in Scienze Motorie, la passione per il calcio, il sogno del professionismo e la fede rossonera. “Ho giocato alla Masseroni per anni, poi giovanili di Como e Lecco, dove ho vissuto anche la Serie C. A seguire la Serie D a Varese, dove ho avuto un brutto infortunio al ginocchio, poi Eccellenza“. E quindi la decisione di mollare tutto e fare un salto nel vuoto.

Rimpianti, piccole rivincite, tanta determinazione e un po’ di malinconia. Per non parlare di quella videochiamata con Mike Maignan e i suoi complimenti… Ma procediamo con calma. Questo e molto altro è Lorenzo Berra, primo pick delle Zebras in Kings League Lottomatica.sport Italy. Un viaggio unico, che regala sogni e seconde possibilità. “Questo è un campionato serio. La verità è che quando scendo in campo, io voglio vincere“.

Dall’oratorio alla Kings League. Lorenzo Berra: “Zebras, andiamo al Mondiale”

Oratorio, Masseroni Marchese, Lecco, Como, Varese e Sedriano. Poi l’arrivo della Kings League: “Ho fatto il provino per la squadra che poi è andata in Messico. Ero tra i papabili ragazzi che sarebbero potuti partire per il Mondiale. Purtroppo però nel riscaldamento della partita precedente all’ allenamento pre partenza mi sono fatto male alla caviglia“. Il tono di Lorenzo Berra è quello di qualcuno che sa di aver perso un’opportunità. “Una stupidata, ho fatto tutto da solo. Mi sono giocato così la chance di andare, per me sarebbe stata sicuramente un’esperienza indimenticabile“.

Il destino, però, ha voluto che la sua strada e quella della Lega dei Re si incontrassero di nuovo. “Quando ho visto che è stato annunciato il campionato italiano, considerato che con il calcio non stava andando secondo gli obiettivi che mi ero prefissato, ho deciso di provare“. Per fortuna, direbbe qualcuno. “È un investimento su se stessi, una seconda occasione sia dal punto di vista calcistico che mediatico“.

Lorenzo Berra, numero 10 delle Zebras (Crediti: Luca Dariol)
Lorenzo Berra, numero 10 delle Zebras (Crediti: Luca Dariol)

Primo pick delle Zebras FC di Luca Campolunghi, a detta di molti ora Berra è il miglior draft dell’intera competizione, considerati i 23 gol in 11 partite. Tifoso milanista, in Kings veste una maglia bianconera e può contare sul supporto della Juventus. “Meritavamo qualcosa in più, io sbaglio ogni partita e me lo porto dietro tutta la settimana. Rimpiango lo shootout sbagliato contro gli Stallions, avevo la responsabilità“, ha ammesso.

Il pres ha messo giù uno staff molto importante, con palestra, preparatori e analisti tattici a disposizione – ha continuato il classe 2003 ai nostri microfoni -. C’è anche la figura del mental coach, che sto imparando a rivalutare. La nostra forza è il gruppo e il fatto che siamo sempre insieme“. L’obiettivo è chiaro e ambizioso, a tratti scontato. “Vogliamo andare al Mondiale, quindi vogliamo vincere ai playoff contro i Gear7. Tutto quello che verrà dopo un plus, ma non nascondo che ci piacerebbe arrivare fino in fondo“.

Pio in Spagna, 360Nation in Francia: “In Italia si pensa più al content”

La Kings League è un mondo particolare. A partire dai prestiti internazionali tra squadre di diverse leghe. E proprio così Lorenzo Berra ha vissuto ben due esperienze estere. “In Spagna mi ha stupito la casa Pio: una villa con piscina e campo da calcio. In Francia invece le strutture sono incredibili, hanno tutto ciò che serve per dare il meglio“, racconta con tono ancora stupito.

La sensazione che ho avuto io è che in Italia l’ambiente sia più indirizzato al social. Loro invece hanno un impianto con palestra, crioterapie, materassi massaggianti, vasche fredde e calde, diversi campi, mensa e dormitorio. Se avessimo qui questa struttura…“. Pausa, un attimo di riflessione, poi: “Non so neanche se esistano posti del genere in Italia“. Proprio a Parigi, Berra ha giocato con i 360Nation segnando due gol e vincendo un premio MVP poi tolto inspiegabilmente: “Non potevano sopportare che lo vincesse un italiano“, ha scherzato.

Lorenzo Berra e Mike Maignan, presidente dei 360Nation
Lorenzo Berra e Mike Maignan, presidente dei 360Nation

La curiosità più grande? Niente streamer o influencer, i presidenti della squadra sono tutti calciatori professionisti: Mike Maignan, Tchouameni, Koundé e Koné. “Quando mi hanno contattato, ho fatto una chiamata con un ragazzo che parlava italiano con accento francese. Mi hanno dovuto dire dopo un po’ che stavo parlando con Maignan… non me ne ero accorto e sono pure milanista!“, ha ammesso Berra ai nostri microfoni.

Proprio Magic Mike, poi, è stato presente in Arena in occasione della doppietta italiana del 2003. “Aver giocato per lui ed essere riuscito a fare quella prestazione è stato veramente motivo d’orgoglio. Mi ha fatto i complimenti, mi è sembrato una grande persona, si è visto che ci teneva. Ha fatto il discorso ai ragazzi post partita, è stato in spogliatoio e ha parlato con lo staff per capire i margini di miglioramento“. E in Italia? “Calcio e Kings possono combaciare, ma siamo indietro come mentalità. L’italiano medio pensa che se ti dedichi a questo progetto, trascuri la tua squadra“.

Il sogno Parigi, la scelta sul futuro e la clausola

Il tatuaggio “Me lo sono rotto” sul ginocchio, per ricordare il trauma. Il tuffo nel vuoto scegliendo di sposare un progetto quasi alla cieca. Il rimpianto di non essere riuscito a farlo prima. La voglia e la necessità di raccontarsi sui social. Lorenzo Berra fa gol, manda ‘al bar’ gli avversari, trascina la sua squadra e, soprattutto, è tornato a divertirsi.

Berra, Bonzi e Iuliano, giocatori delle Zebras (Crediti: Ufficio Stampa KL)
Berra, Bonzi e Iuliano, giocatori delle Zebras (Crediti: Ufficio Stampa KL)

Questa per me è una seconda opportunità, per il momento sta andando bene“, ci racconta a cuore aperto. Prima, però, c’è un Mondiale da conquistare sul campo. “Win or go home“, dicono quelli bravi. L’appuntamento, dunque, è alla sfida contro i Gear7 di Manuuxo, Ale Gelsi e Fran Hernandez. “Possiamo batterli, l’abbiamo già fatto“. Vincere per andare a Parigi, vincere per provare ad alzare la Coppa a Torino, il 22 maggio.

Tutto con una certezza. “Futuro? Spero di rimanere nelle Zebras. La squadra è forte, i nostri draft sono molto validi. So che avrò una clausola alta, ma anche gli altri meritano il giusto riconoscimento. Sono scelte che spettano alla società, io vorrei rimanere con il gruppo, anche se non è possibile“. Umiltà, riconoscenza e voglia di prendersi sulle spalle le Zebras per portarle dove meritano di stare. Ecco, questo è Lorenzo Berra.

A cura di Simone Bianchi