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L’Olympiacos fa 17 su… 17! Miglior partenza dal 2000 in Europa

E chi li ferma più? L’Olympiacos dall’inizio della Superleague greca 2015/16 sa solo vincere: 17 vittorie in 17 partite. In questo secolo, dal 2000 in poi, mai nessuno come loro: a 16 si erano fermati i lussemburghesi del Dudelange nella stagione 2007/2008, mentre a chiudere il podio a quota 15 ci sono lo Shakhtar Donetsk di Lucescu nel 2012/13 a pari merito col Bangor City in Galles nel 2010/11.

Quinta, anzi sesta marcia ingranata. Con 51 punti stanno giocando un campionato a parte, tanto da non riuscire quasi nemmeno più ad intravedere le inseguitrici: pensate che la seconda, ovvero l’AEK, è lontana addirittura 18 lunghezze. 47 gol fatti e 10 subiti: numeri che parlano chiaro. I meriti di questa striscia positiva appartengono in gran parte all’allenatore Marcos Silva, portoghese classe ’77 che siede sulla panchina greca proprio dall’inizio della stagione.

L’ex Sporting di Lisbona è un estimatore del calcio spettacolare, fatto di bel gioco ma anche di concretezza: davanti alla difesa non schiera mai due mediani ma sempre almeno un regista, capace di dettare passaggi in verticale e di impostare la manovra. Modulo preferito? 4-2-3-1: Il ruolo delle ali è fondamentale nello schema dell’allenatore. Insomma, insegna calcio, proprio come desidera la proprietà della squadra: chiedete a Jardim, esonerato proprio perchè carente da questo punto di vista.

E che personalità: non ha  mai avuto timore nel relegare in panchina anche due suoi coetanei come Cambiasso e Dominguez quando, evidentemente, non potevano garantire una grande stato di forma. Non si regala niente a nessuno. La volontà è quella di far la voce grossa in patria, ma soprattutto di colmare il gap con le grandi d’Europa: quest’anno, da quel punto di vista, non è andata come ci si aspettava a causa della retrocessione dalla Champions League all’Europa League, ma le basi per pensare in grande ci sono, eccome.

L’allenatore certamente è importante, ma sono i giocatori a scendere in campo. In questo Olympiacos si potrebbero citare una mezza dozzina di giocatori chiave: il portiere e capitano Roberto, il centrale di difesa Siovas, il talentuoso terzino Masuaku, il nigeriano Ideye, ma su tutti Luka Milivojevic e Kostas Fourtounis. Il primo, serbo classe ’91,  è un centrocampista completo, o meglio box to box: bravo sia a recuperare palloni che ad impostare, senza dimenticare il grande tiro dalla distanza; il secondo invece ha 23 anni e con la palla tra i piedi è magia pura: trequartista rapido, dal tocco fatato, ma col vizio del gol. Capocannoniere del campionato con 12 reti: semplicemente imprescindibile.

I gioiellini dell’Olympiacos stanno impressionando le big europee: le italiane sono avvisate, meglio sbrigarsi prima che sia troppo tardi o, almeno, finchè il prezzo non schizza alle stelle. Per i greci però la strada per entrare davvero nell’ Olimpo per la striscia di vittorie consecutive  è ancora lunga: al primo posto, in solitaria, c’è il Benfica di Jimmy Hagan che tra il 1971 ed il 1973 era riuscito a vincerne addirittura 29 di fila, anche grazie a giocatori come Eusebio. Rispettivamente sul secondo e terzo gradino del podio ci sono poi la Dinamo Zagabria di Branko Ivankovic a 28 nel 2006/2007 ed il Celtic di Martin O’Neill a 25 nel 2003/2004. Di seguito, il PSV del 1987/88 a 22 e l’FH Hafnarfjordur  del 2004/05 in Islanda a 18.

A pari merito con i greci con 17 vittorie invece ci sono nel 1988 sia la Steaua Bucarest che la Dinamo Bucarest e l’Inter nel 2006/07. In ogni caso, provarci è d’obbligo: vogliono fare la storia e ci stanno riuscendo. Ma guai a peccare di Hybris, ovvero di tracotanza e superbia: alle avversarie in questo caso non resterebbe che appellarsi a Zeus perchè, arginarli ricorrendo all’invidia e all’ira degli dei, sembrerebbe davvero l’unica strada percorribile. In caso contrario… Chi li ferma più?

Di Alberto Trovamala

Redazione

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