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Locatelli: “A 16 anni marcavo Kakà e volevo fare l’investigatore”

Tutti i bambini nascono con un sogno nel cassetto. Spesso il più comune è quello di diventare un calciatore e Manuel Locatelli, centrocampista del Sassuolo e della Nazionale, è riuscito a farlo diventare realtà. Ma da piccolo, il classe '98, aveva un'altra grande passione oltre al pallone: “Ho il calcio in testa da quando avevo tre anni – rivela ai canali ufficiali del Sassuolo – però non nego che l’investigatore privato è stato un lavoro a cui mi ispiravo e mi piaceva tantissimo. Mi piaceva vedere le serie tv sugli investigatori, guardavo sempre la Signora Fletcher. Ero talmente fissato che mi ero fatto un marsupio con una scheda con scritto ‘Agente FBI Manuel Locatelli’. I miei familiari mi prendono ancora in giro”.

Tante parole sull’esperienza al Milan, squadra in cui è arrivato all’età di 11 anni: “Ero alle giovanili dell’Atalanta da quando avevo sei anni, avevo legato con la squadra. Quando arrivò la chiamata del Milan sbiancai, ero titubante, ma mi affidai ai miei genitori che mi guidarono su questa decisione”. Indelebile il ricordo della chiamata di Allegri per il primo allenamento in prima squadra con i rossoneri a 16 anni: “Montolivo mi disse di marcare Kakà. Mi sono chiesto dove fossi. Poi mi sono allenato cercando di non pensare ed è andato tutto bene”.

Locatelli ha firmato il suo primo contratto da professionista con il Milan nella sede di via Turati in presenza di Adriano Galliani: “Mi ha dato la sua penna per firmare e la conservo ancora a casa”. Poi l’esordio contro il Carpi e il primo gol in Serie A, proprio contro il Sassuolo: “Dopo la partita feci l’intervista a bordo campo piangendo e al rientro in spogliatoio i miei compagni mi menarono, Antonelli mi disse scherzosamente: ‘Adesso le ragazze penseranno anche che sei bello’ “. 

Nel 2018 arriva l’addio ai colori rossoneri, un momento di grande sconforto per la carriera di Locatelli: “Su una panchina di Milanello i dirigenti mi dissero che non ero più importante per loro. Fu devastante ma mi ha aiutato, perchè in fin dei conti anche io avevo bisogno di cambiare”. Il primo impatto con il mondo Sassuolo non è stato positivo, ma Locatelli in poco tempo ha cambiato idea: “Il centro non era il top, ma la cosa bella che ti rimane sono le persone che ci lavorano. Boateng è venuto da me, mi ha abbracciato dicendomi di dimostrare quello che sono. Già da subito l’impressione è che ci fosse un grande spogliatoio”. Un cambio di vita che ha dato ragione a Manuel Locatelli che in tre stagioni con i neroverdi si è guadagnato anche la prima chiamata in Nazionale maggiore, esordendo il 7 settembre 2020 contro l'Olanda, con la speranza di essere protagonista anche quest'estate all'Europeo.

Redazione

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