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​Locatelli e Donnaruma: un pacemaker naturale per un campionato riAnimato

Avevamo già fatto il funerale. A chi? Al campionato italiano, naturalmente. La tiritera nelle nostre orecchie: ci faremo emozionare dalla Premier League, dalla Liga o, perché no, dal Bayern Monaco del nostro Ancelotti. E invece no, o almeno non solo. C’è anche l’Italia all’appello dei campionati più vivaci, quando alla lista di partenza il verdetto sembrava unanime. Ieri sera è squillato un promemoria importante, in quel di San Siro. Proprio come è avvenuto qualche settimana fa, nello stesso teatro. Questa volta due ragazzini (a 18 anni si può essere altro?) hanno suonato la carica. Locatelli e Donnarumma. Sommando le loro età non si arriva a quella di Buffon. Eppure quel Buffon, riabilitatosi in grande stile nel martedì di Champions, ha dovuto applaudire a due gesti tecnici straordinari.

L’incoscienza di Locatelli nel lasciare andare quella gamba, ha un non so che di poetico. La chiosa dell’esultanza e dell’incredulità ci riappacifica con l’essenza del calcio. Quella del pallone, più che dei conti in banca e dei fatturati. Ad aumentare l’appeal emotivo, ci ha poi pensato Gigio (erede di Gigi de iure e de facto) con l’ultima falange di un fisico slanciato, pure troppo per la sua età. Le telecamere sui loro volti. Le stesse facce pulite, che la domenica scorrazzano sui campi di terza categoria. Questo dovrebbe bastarci per appiattire alcuni campanilismi, di cui viviamo e che non devono sicuramente scomparire. Errori e decisioni dubbie esisteranno sempre in un calcio fatto di uomini e non (solo) di tecnologia. Ma se il prezzo da pagare è vivere queste emozioni ed un nuovo campionato, dato per defunto prima di
partire, ripeto, perché no?

E se le (ex?) ‘grandi’ dovranno vestirsi a ‘provinciali’ per tenere il passo, ben venga. Conta il presente, gli uomini (o aspiranti tali) e le motivazioni. Le maglie ed i nomi sono a corollario del grande carro della Serie A. La Juventus ha l’onere ed i mezzi per tenere le briglie: per storia, rosa ed obiettivi. Ma il cambio di cocchiere, fino a poche settimane fa, impensabile, oggi potrebbe non essere così irrealistico.

L’effetto domino è già partito: Napoli e Roma hanno raccolto i postumi dell’happy hour milanese, facendo punti contro avversarie con cui è più facile cadere che rialzarsi. L’elettroshock è partito, vedremo se il ritmo cardiaco della Serie A rimarrà stabile, o saranno necessari ulteriori interventi.

Redazione

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