Gioca a calcio a un’altra velocità. Il succo è tutto qui. Lo sapeva bene la Roma, consapevole che Mohamed Salah fosse il pericolo numero uno. Ma sapeva anche che quando si accende c’è ben poco da fare. E questa sera ad Anfield così è stato. Due gol e due assist al bacio per Mané e Firmino. Una goleada Reds, 5-2 Liverpool e qualificazione in cassaforte.
Una Roma prima tramortita dal ritmo vertiginoso del Liverpool e capace di tenere il campo per poco meno di 30’. Poi travolta quando si è acceso l’egiziano. Da lì il buio. Doppietta personale al primo tempo, assist man altruista nel secondo. Un uragano che Di Francesco e la Roma non sono riusciti a limitare. La chiave ovviamente è Salah, ma anche l’ingresso in campo di Wijnaldum (dopo l’infortunio di Oxlade-Chamberlain) che ha dato energia e gamba a un centrocampo Reds eccessivamente statico. Un cavallo aggiunto al motore di una superserie che è risultato decisivo.
Ora il ritorno tra 7 giorni. Speranza appese ad un filo sottilissimo, quasi invisibile ma che c’è grazie ai gol nel finale di Dzeko e Perotti su rigore. Sognare non costa nulla, soprattutto per i 70.000 che riempiranno uno stadio colmo di amore. Era un sogno alla vigilia, continuerà ad esserlo anche mercoledì prossimo. Quel che però non può essere nascosto è un dato di fatto oggettivo: l’asticella la Roma ha provato ad alzarla ulteriormente stasera, ma non è ancora pronta per questi palcoscenici a certi livelli.
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