Non è l'avversario più facile da affrontare, qualche colpo scorretto (vi ricordate il morso a Chiellini?) nell'arco di una carriera straordinaria (quasi 500 gol). Ma anche come compagno, Luis Suarez non è il tipo che rende la vita semplice. Parola di Jordan Henderson, oggi fedelissimo di Klopp ma un tempo messo in seria discussione dal Pistolero: "Sono arrivato a Liverpool nel 2011 e ho dato il massimo da subito", racconta il classe '90 al podcast The Greatest Game with Jamie Carragher. "All'epoca ero giovane e c'erano un paio di atteggiamenti in allenamento da parte di Luis che non potevo sopportare".
Quello era il Liverpool di Suarez, un altro mondo. "Era il goleador di quella squadra", ricorda Henderson. "E pensava che non fossi abbastanza bravo per giocare con lui. Non solo lo pensava, ma lo faceva capire alzando le braccia: 'che c…o ci fa questo?'". Alla faccia del benvenuto. "Mi faceva male quel gesto: un giorno l'ha ripetuto tre volte e sono esploso, ero pronto a ucciderlo".
Ci penserà il campo, a sventare ogni intenzione di crimine: "Nella partita successiva gli ho servito un assist e da quel momento le cose sono migliorate", sorride il centrocampista. "Col tempo siamo stati sempre più vicini: alla fine ho imparato tante cose da Suarez". Mai fermarsi alle prime impressioni, nemmeno davanti a un Pistolero poco amichevole.
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