Il ragazzo di Liverpool è diventato uomo: Alexander-Arnold saluta Anfield

Alexander-Arnold saluta la sua città: ecco la storia del “semplice ragazzo di Liverpool i cui sogni son diventati realtà”
“La decisione più difficile della mia vita“. Così Trent Alexander-Arnold ha definito sui social il suo addio al Liverpool. Dopo 20 anni, il terzino ha infatti deciso di salutare la sua squadra del cuore, in cerca di una nuova avventura.
In casa Alexander-Arnold, il calcio è una religione. Trent è nato a Liverpool ed è cresciuto nel quartiere di West Derby insieme ai genitori e al fratello Tyler, oggi suo agente. Da piccoli, i due giocano a calcio nel cortile del cottage in cui vivevano. Il vicino, esasperato dai palloni che rimbalzano nel suo giardino, ha raccontato di averne bucati un paio.
Una vita vissuta a pochi metri da Melwood, il campo d’allenamento del Liverpool. Insieme al fratello Tyler, Trent si arrampica sul muro dell’impianto costruito con i mattoni per sbirciare gli allenamenti della prima squadra dei Reds. A catturare l’attenzione del giovane Alexander-Arnold è Steven Gerrard, il leggendario capitano a cui il terzino ha più volte dichiarato di ispirarsi.
Nonostante la fama e i soldi, il “Liverpool boy” non ha mai dimenticato le proprie origini. Alexander-Arnold è solito ad atti di beneficienza verso diversi enti della sua città, in particolare “An Hour For Others”, l’organizzazione di cui il numero 66 ha fatto parte per molto tempo come volontario. Azioni che permettono al (quasi) ex Liverpool di “ripagare” quel nido che gli ha permesso di realizzare i propri sogni.
Alexander-Arnold e il Liverpool, 20 anni insieme
Ma dove è nato tutto? Nel 2004, i genitori di Trent Alexander-Arnold accontentano il figlio e lo iscrivono al camp estivo del Liverpool. Il responsabile delle giovanili dei Reds, Ian Barrigan, riconosce il talento del bambino e convince i genitori – si ipotizza senza pregarli visto il legame della famiglia con il Liverpool – a far entrare Alexander-Arnold nel settore giovanile del club. Il ragazzo di West Derby vive così l’intera trafila in maglia Red, arrivando a vestire la fascia da capitano nell’Under 16 e Under 18 del Liverpool.
Con il tempo, le voci sulla possibile convocazione di Trent in prima squadra diventano sempre più insistenti. Come raccontato da Neil Critchley, allora allenatore del difensore, il giocatore ha però un difetto: il carattere. Il ragazzo è troppo impulsivo, in campo e fuori. Critchley è consapevole delle qualità del giocatore e, per questo motivo, alza spesso la voce in campo con il giovane talento, ripetendogli più volte: “Se ti danno fastidio le mie critiche, come reagirai ai fischi dei 60 mila tifosi di Anfield?“.
“I’m just a normal lad from Liverpool“
Neil Critchley ha avuto un ruolo fondamentale nel percorso di crescita di Alexander-Arnold. Il 25 ottobre 2016, il giocatore ha indossato per la prima volta la maglia red ad Anfield. E da quel momento si è ritagliato un ruolo sempre più centrale nel gioco di Jurgen Klopp, consacrandosi come uno dei migliori terzini in circolazione. Con il Liverpool, il giocatore inglese ha collezionato 352 presenze e ha vinto vari trofei tra cui 2 Premier League e una Champions. Pagine di storia con i Reds, di cui il terzino è il più giovane esordiente in una finale di Champions League (nel 2018 contro il Real Madrid all’età di 19 anni) e il difensore con più assist in Premier League (64). Senza dimenticare tanti momenti memorabili come il “quick corner” ad Anfield nella semifinale di ritorno contro il Barcellona, vinta 4-0.
Osannato e talvolta criticato, Alexander-Arnold ha realizzato il sogno di quel bambino con le mani graffiate per arrampicarsi sul muro di Melwood. La città ha tributato al giocatore un murales con una sua frase: “I’m just a normal lad from Liverpool whose dreams just came true“. Il “semplice ragazzo di Liverpool i cui sogni si sono realizzati” abbandona la città da uomo, con la consapevolezza di aver scritto pagine di storia con la maglia della sua squadra del cuore.