Dal primo corteggiamento, datato ad oltre tre anni fa, al matrimonio, arrivato a sorpresa e nel rush finale di una corsa alla panchina rossonera che sembrava inizialmente vedere in pole, come primi candidati, Brocchi e Giampaolo. E’ finalmente Milan, per Vincenzo Montella: una passione per i colori rossoneri che l’ormai ex allenatore della Sampdoria non ha mai nascosto sin da bambino, e che ora potrà davvero vestire, guidando il club di via Aldo Rossi in quella che, con l’arrivo della nuova proprietà, dovrà rappresentare la stagione della definitiva ricostruzione per il Milan. Presentato oggi a Casa Milan, il nuovo allenatore milanista ha parlato così delle prime sensazioni sulla nuova avventura intrapresa, soffermandosi anche sul tema mercato:
“I miei sogni da bambino sono diversi da quelli da adulto, dopo la chiamata ci ho pensato poco e sono contentissimo di essere qui, voglio trasmettere la mia energia alla squadra perché questo penso possa aiutare. Ci sono stati 3 giorni un po’ faticosi per comprendere il mondo Milan, ho messo a posto i miei pensieri e ora sono più libero di lavorare sul campo”.
“Berlusconi? E’ stata una grande emozione incontrarlo, dopo il suo avvento è cambiato il calcio in Italia. Ha fatto innamorare noi ragazzini: ero emozionato, l’ho trovato bene, una persona di grandissimo carisma”.
“Il Milan ha responsabilità di giocare bene e fare risultati, non arriviamo in Europa da 3 anni e questa è la mia missione, credo sia inaccettabile il contrario. Abbiamo portato avanti un’idea e quest’idea di gioco è stata sposata sia da me che dal Milan, in base a questo sceglieremo i giocatori più funzionali”.
“Le liste di giocatori? Quelle erano le liste del menu…Borja Valero? Non è vero che l’ho chiamato nè è vero che ne ho parlato con Galliani, è un pettegolezzo. Se si potesse scegliere sarebbe meglio avere giocatori che ho già avuto: detto questo Borja Valero mi piace e mi è sempre piaciuto. Bacca? Prima di giudicarlo fatemelo vedere…E’ un calciatore internazionale e ha tanto mercato, è un giocatore completo che garantisce gol belli e meno belli”.
“Se il Milan non è in Europa vuol dire che c’è da intervenire, e qualcosa dovrò mettere a posto io, dove mi compete: c’è bisogno di più fiducia. L’amore più grande per il Milan? E’ stato quello di Sacchi, poi è stato messo nel cassetto e ora sono tornato bambino. Il percorso con Sinisa è simile, mi auguro che a questo punto l’anno prossimo torni al Milan così rimango anche io…”.
“Fretta? Ne abbiamo nel conoscerci, mi aspetto questo. Rispetto alla formazione a me piace ascoltare molto, a volte anche farmi convincere e ascoltare consigli. Berlusconi?Difficile vedere un Milan senza Berlusconi, ma talvolta si fanno anche dei sacrifici d’amore: tutti abbiamo spesso auspicato l’arrivo di capitali esteri nel nostro calcio, e credo questo possa essere un vantaggio per la nostra Serie A”.
“Moduli? Ne parleremo più avanti, non mi voglio fossilizzare su uno schema: partiremo da una difesa a 4 e credo da un centrocampo a 3. Curiosità? Tra i giocatori che mi piacerebbe capire e conoscere c’è Niang: è un giocatore importante che può fare di più. Abbiamo una rosa completa a livello di attaccanti: per me prima devono segnare, poi giocare bene. Le aspirazioni dei ragazzi per me sono fondamentali: preferisco avere un ragazzo meno forte ma motivato che un giocatore forte ma che abbia meno motivazioni. Dobbiamo tornare quantomeno in Europa, quello è l’obiettivo minimo. Tra le esperienze più soddisfacenti sicuramente il triennio a Firenze, partendo da zero. Ritrovare Mancini nel derby? Ho un ottimo rapporto con lui, c’è stima ed in campo era molto altruista: ora gli chiedo di esserlo anche al derby…”.
“Mihajlovic parlava di esorcista? Eccomi… Scherzi a parte, non partiamo con i proclami: so cosa significa iniziare da subito in un club, perchè l’ho fatto alla Roma, e ho massimo rispetto nei confronti di chi mi ha preceduto. Cos’ho in più rispetto a loro? Nulla. Sono tornato dall’oriente il 20 giugno e non ho avuto nessuna comunicazione, per quanto riguarda la Nazionale si è letto tanto ma non c’era nulla di vero”.
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