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Lippi professore per un giorno, all’Unint tra aneddoti e consigli

“Quelli che pensano che per un bravo allenatore sia determinante sapere di tattica sbagliano. Per un allenatore la cosa più importante è la capacità di entrare nella testa dei propri calciatori, farli sentire tutti importanti”. Prima lezione impartita dal professor Marcello Lippi, nell’inedita veste di insegnante, nel corso dell’incontro dal titolo “Leadership, sport e valori di gruppo” all’Unint, l’Università degli Studi di Roma.  

 

 

L’ex ct campione del mondo ha parlato ai tanti studenti presenti nell’Aula magna dell’ateneo. Come gestire il gruppo, come reagire alle sconfitte e agli imprevisti, come diventare vincenti: tanti i temi toccati, e non sono mancati gli aneddoti, come quello che risale ai giorni precedenti alla semifinale del mondiale contro la Germania, nel 2006: “Accanto al campo d’allenamento c’era una pinetina. Mentre i ragazzi palleggiavano aspettando l’inizio dell’allenamento vidi tra gli alberi come dei flash. E pensai che qualcuno ci stesse facendo delle foto pensando che stessimo svolgendo del lavoro tattico”.   

Continua il racconto di Lippi: “Chiamai la squadra e gli dissi che avevo visto delle luci nella pinetina. Gli dissi di metterci tutti in piedi, girati di spalle verso la pinetina e gli feci abbassare i pantaloni. Il fatto che in questi anni non sia mai venuta fuori una fotografia dell’Italia a culo nudo vuol dire che non c’era nessuno”.   

Lippi: “Rifiutai l’Atalanta per una stretta di mano”

 

 

Attraverso i suoi racconti l’ex ct ha raccontato ai ragazzi i valori che lo hanno aiutato a vincere tutto. Come quando, nei primi anni di carriera, disse no all’Atalanta nonostante una proposta economica molto vantaggiosa: “Ero al Cesena all’epoca, mancavano sette partite alla salvezza, il presidente mi chiama e mi dice: ‘se ci salviamo le regalo un orologio. Anzi le faccio un contratto, anche se retrocediamo’. Io gli ho risposto con entusiasmo che era stato molto gentile. Qualche giorno dopo l’Atalanta mi ha chiamato e mi ha offerto la panchina e il doppio dei soldi. Ho rifiutato perché avevo stretto la mano al presidente del Cesena. Dopo due anni, dopo essere andato in C, mi ha richiamato l’Atalanta e mi ha offerto un nuovo contratto. Questo per dire che comportarsi bene paga”. 

Lippi: “In Cina mi hanno corteggiato per un anno”

 

 

Altro aneddoto, questa volta riguardante la Cina. Lippi racconta come ha detto sì alla proposta del Guangzhou dopo un corteggiamento durato un anno: “L’intermediario che stava portando avanti la trattativa con me mi chiamava spesso e mi diceva che il presidente mi voleva in Cina. Io presi tempo per rispondere, poi gli dissi ‘perché non vede prima se Capello, Guus Hiddink, Wenger o allenatori del genere sono disposti a venire? Io non so se me la sento’. Mi richiama pochi giorni dopo questa persona e mi riporta le parole del presidente ‘ha detto se può chiamarla ogni volta che sente un nuovo allenatore, per capire se nel frattempo ha cambiato idea’. Mi richiama qualche mese più tardi e mi dice ‘sono in Italia con il presidente, andiamo a parlare con Guus Hiddink. Vuole sapere quanto gli offriamo?’. Prego faccio io. Dieci milioni mi risponde. Gli ho detto ‘va bene allora, accetto io’”.  

 

 

Redazione

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