Da Germania 2006 all’Europeo itinerante del 2021. Sono passati 15 anni da quell’estate tedesca, dove l’Italia si laureò Campione del Mondo. Sulle pagine del Messaggero, Marcello Lippi ripercorre quegli attimi.
“Non fu necessario scegliere i rigoristi – ricorda il CT. Alcuni giocatori mi vennero incontro per chiedermi di calciare. Di solito va male quando girano a largo e nessuno di fa vivo, ma quella sera capii subito che ce l’avremmo fatta”.
Ma cosa ne pensa Lippi dell’Italia attuale? “Mi piace molto, soprattutto lo spirito creato da Mancini. Bravo davvero, Roberto. Mi piace anche il comportamento che ha in campo a prescindere dagli interpreti. Le mie sensazioni sono positive perché ho visto come giocano”.
“L’Italia è bella a vedersi – prosegue l’ex CT – mi diverto a seguirla. I calciatori interpretano nel modo giusto anche le amichevoli, non pensano di avere limiti, vogliono sempre vincere”.
Ma ci sono analogie tra l’Italia del 2006 e quella attuale? “No, sono distanti. Ma non vuol dire niente, come ha dimostrato Mancini nel triennio della sua gestione. I calciatori hanno le giuste caratteristiche per essere protagonisti”.
L’intervista completa sulle pagine del Messaggero
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