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Naufragio Bordeaux e Saint-Etienne: ora la retrocessione è ad alto rischio

Se guardi la classifica di Ligue 1 e butti l’occhio sulla zona retrocessione, rimani sorpreso: a oggi le due squadre che sarebbero retrocesse in Ligue 2 sarebbero il Bordeaux (19º) e il Saint-Étienne (20º). Assurdo ma tutto vero. La Ligue 1 rischia clamorosamente di perdere due colossi dal palmares ricco di trofei e una storia ricca di grandi pagine. È il racconto di un naufragio che sembra non arrestarsi. 


Bordeaux e i problemi di Petkovic

Sei campionati vinti, quattro coppe di Francia, tre coppe di Lega e tre supercoppe nazionale: questa la ricca bacheca di trofei del Bordeaux, che solo nella stagione 2008/09 concludeva al primo posto della Ligue 1 trascinata da un Gourcuff ancora in formato ‘nuovo-Zizou’. Oggi invece la classifica si è capovolta e il rischio retrocessione è diventato realtà. L’ultima volta che il Bordeaux scese in Ligue 2 per una retrocessione sul campo accadde nella statione 1959/60. L’ultima d’ufficio ventun anni fa, quando gravi problemi economici costrinsero l’organo addetto al controllo finanziario dei club professionistici francesi a retrocedere il Bordeaux in seconda divisione malgrado il decimo posto ottenuto in campionato. Stava per accadere una cosa simile l’anno scorso, con il club “abbandonato” dagli ex proprietari e lasciato in mano al comune. Se non fosse arrivato l’imprenditore Gerard Lopez (ex proprietario del Lille) a comprare le quote del club, il Bordeaux sarebbe stato nuovamente retrocesso d’ufficio, se non addirittura dichiarato fallito. Ma di Lopez ne parleremo più avanti. Oggi il problema del Bordeaux è il campo e non le casse (almeno non per ora). Petkovic non sembra riuscire a trovare la quadra. Adli (che il Milan aspetta a giugno) non basta. L’attacco è sterile, la difesa fa acqua: è la peggiore del campionato con 50 reti subite. Nell’ambiente l’aria è pessima e i giocatori ne stanno risentendo. Una settimana fa è svanita anche l’imbattibilità in casa contro l’OM (che durava da 44 anni), domenica a Rennes i girondini ne hanno presi sei. A zero. Rien ne va plus.

Yacine Adli

Saint-Etienne aggrappato a Dieu…praz

Storia ancor più gloriosa quella dei verdi. Dieci campionati vinti (record in Francia, il PSG è fermo a 9), 6 coppe di Francia, una Coppa di Lega e una Champions League sfiorata nel ‘76. Il campo oggi invece parla di una situazione disastrosa. Il Saint-Etienne è ultimo In classifica, con 12 punti dopo venti partite e solo due vittorie. La stella algerina Khazri non incide, l’attacco è il secondo peggiore del campionato, la difesa la seconda più bucata (dietro proprio al Bordeaux). La società ha problemi economici e non trova un acquirente affidabile per garantire il sostegno sufficiente per poter ambire a qualcosa di più rispetto alla lotta per non retrocedere. In panchina si era partiti con Puel (ex Lille, Lione, Nizza, Southampton e Leicester) ma adesso c’è Pascal Dupraz, l’uomo che è riuscito a realizzare salvezze impossibili: dal doppio miracolo con l’Evian Thonon-Gaillard nel 2013 e nel 2014 (con una squadra dal budget bassissimo) a quella eroica a Tolosa, quando Dupraz arrivò a inizio marzo prendendo in mano una squadra che aveva dieci punti di distacco dalla prima squadra fuori dalla zona salvezza, a dieci giornate dalla fine. Il Tolosa però riuscì a vincere cinque partite e ottenne un miracolo insperato: il Tolosa si salvò e Dupraz per i suoi tifosi diventò Dieu-praz.

 

 

E di Gerard Lopez, insomma? Beh. Se c’è una cosa che può far pensare positivo i tifosi del Bordeaux, è l’auspicio che lo stesso percorso fatto da Lopez al Lille, si ripeta in Gironda. Quando l’imprenditore franco-lussemburghese arrivò a Lille, il primo anno la sua squadra ottenne la salvezza solo nelle ultime giornate. L’anno dopo si qualificò in Champions, il terzo anno in Europa League e lo scorso vinse il campionato (anche se Lopez lasciò la carica a stagione in corso). Chissà che non possa risuccedere qualcosa di simile tra qualche anno. Si starà a vedere. Ora però c’è da pensare al presente e da scampare in qualche modo a una situazione ai limiti del catastrofico. Per il Saint-Etienne vale lo stesso. Si salvi, chi può.

Andrea Campioni

Nato nel ’96 e cresciuto in una sala stampa. Iniziai a giocare a calcio ma ben presto mi fecero capire che non sarebbe mai diventato il mio lavoro. Piedi storti e mano ferma, così decisi di cambiare lavoro. Chirurgo? No, giornalista. Penna, tastiera o microfono poco importa, l’importante è raccontare storie.

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