La sua Polonia oggi scenderà nuovamente in campo. La vittoria l’unico risultato a disposizione dopo la sconfitta all’esordio con il Senegal. E molto passerà, come sempre, dai suoi piedi. Robert Lewandowski staserà se la vedrà con la Colombia in una partita praticamente da dentro o fuori, ma questo non sembra toccarlo.
Un bel sorriso stampato sul volto e una grande serenità. Questo quanto mostrato dall’attaccante polacco davanti alle telecamere in occasione di un’intervista concessa a Gerard Piquè per The Players Tribune. Tanti i temi toccati, dalla Nazionale: “Giocare con questa maglia è diverso piuttosto a quando lo fai con il tuo club” alla storica cinquina rifilata al Wolfsburg nel giro di nove minuti.
Ma il tema più interessante è forse quello riguardante due suoi allenatori. Pep Guardiola da una parte, che se lo è goduto in Baviera, e Jurgen Klopp dall’altra, colui che lo ha reso grande a Dortmund: “Il primo – racconta l’attaccante del Bayern – è uno degli allenatori che più mi ha colpito come preparazione. Ha cambiato il mio modo di pensare al calcio. Il secondo, invece, è come un amico. Con Klopp puoi parlare di quello che vuoi, lo puoi chiamare anche alle cinque del mattino e vedrai che ti risponderà. E’ come un padre”.
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