Daniel Levy (IMAGO)
Daniel Levy ha scritto la storia del Tottenham: tra trofei, critiche e investimenti economici il patron saluta gli Spurs con orgoglio
Dopo 25 anni Daniel Levy saluta il Tottenham: quello che è stato a lungo il presidente esecutivo degli Spurs ha deciso di fare un passo indietro dal suo incarico. Per il club londinese, e più in generale per la Premier League, si tratta di un evento storico. Levy, infatti, è stato molto più di un presidente per gli Spurs.
Nel quarto di secolo della sua presidenza, l’imprenditore ha cambiato l’immagine del Tottenham. Fino ai primi anni del 2000, gli Spurs ambivano a un posto a metà classifica. A febbraio del 2001, Daniel Levy ha assunto il ruolo di chairman. L’impatto è stato immediato. In quattro anni, infatti, i Lilywhites sono passati dal quattordicesimo al quinto posto in classifica.
Levy è stato un presidente all'”inglese”, con poche dichiarazioni d’amore per il suo club e tanta razionalità. L’imprenditore ha lavorato per portare il Tottenham tra le “big six” della Premier League, riuscendo in ciò che 25 anni fa era un risultato inimmaginabile. L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla saggezza negli investimenti e alla cura maniacale dei dettagli.
In una conferenza stampa del novembre 2019 Josè Mourinho, allora allenatore degli Spurs, dichiarò di non aver mai dormito su cuscini tanto soffici come quelli del centro sportivo del Tottenham, definendo quest’ultimo “un hotel a 6 stelle”. Un dettaglio minimo ma fondamentale per il riposo e la forma fisica dei giocatori.
Diciotto qualificazioni alle competizioni UEFA nelle ultime 20 stagioni. Questo è il bottino del Tottenham, diventato ormai una costante nelle coppe europee. Tuttavia, la storia degli Spurs nelle competizioni continentali non è sempre stata memorabile. Negli ultimi 25 anni, il club inglese ha raggiunto la finale di Champions nel 2019 – poi persa contro il Liverpool – e ha vinto l’Europa League al termine della scorsa stagione.
I risultati sono buoni ma non esaltanti. Per questo motivo, Daniel Levy è stato più volte criticato dalla tifoseria. Lo scorso gennaio, durante la sfida contro il Leicester, i supporters del Tottenham hanno esposto uno striscione contro il proprietario del club: “24 anni, 16 allenatori, 1 trofeo (la League Cup del 2008): è ora di cambiare“. Talvolta le critiche sono arrivate anche dagli allenatori. Tra questi c’è stato Antonio Conte che, dopo l’incredibile rimonta subita contro il Southampton nel marzo del 2023, si scagliò contro Levy: “La storia del Tottenham è questa. 20 anni che c’è questo proprietario e non hanno mai vinto nulla. Non giocano per niente di importante“. La risposta di Levy fu dura: Conte esonerato.
Il Tottenham è diventato grande grazie alla saggezza di Levy sul calciomercato e negli investimenti. Durante la sua presidenza, l’imprenditore ha acquistato giocatori diventati poi simboli del club. Tra questi Harry Kane, Luka Modric, Heung-min Son e “Mister 100 milioni” Gareth Bale. La politica del patron non è stata solo quella di incassare soldi. Negli ultimi 5 anni, infatti, il Tottenham ha speso ben 653 milioni di euro, un dato che talvolta ha fatto sorgere critiche visti i risultati recenti ottenuti dagli Spurs.
La vera perla della gestione Levy, però, è il Tottenham Hotspur Stadium. Nel 2019 gli Spurs hanno inaugurato la loro nuova casa, un gioiello da 62 mila posti che, tra i tanti eventi, ha ospitato i concerti di Bad Bunny e Post Malone, oltre ad alcune partite della NFL. In 25 anni, Daniel Levy non ha riempito di trofei la bacheca del Tottenham. Le soddisfazioni, però, sono state tante. Gli Spurs erano un club che ambiva alla metà della classifica della Premier e, in due decenni, ha raggiunto il vertice del campionato e vinto una coppa continentale. Daniel Levy saluta il “suo” Tottenham con l’orgoglio di chi, seppur in maniera imperfetta, ha trasformato un club mediocre in una potenza del calcio mondiale.
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