“Io ho un obiettivo: vincere un campionato di Serie B, possibilmente da protagonista. Sto bene fisicamente, ho 30 anni ma non gioco da quattro anni. Me ne sento 26”. Il sorriso è quello dei bei tempi, che Leonardo Perez è tornato a inseguire con la sola ricetta che conosce: il gol. A Francavilla, con la maglia della Virtus, sono già sei in otto partite giocate nel girone C di serie C. Storia di una rinascita, maturata a chilometri da Mesagne, casa sua: “Venivo da stagioni complicate – spiega ai microfoni di gianlucadimarzio.com l'attaccante classe 1989 – è l'occasione per rilanciarmi e far vedere che ci sono ancora, dopo tre annate non felici. Ho trovato un ambiente serio, importante e con un progetto concreto. Poi c'è mister Trocini, che ha tante idee e ti fa rendere al massimo”.
È un attaccante cresciuto con la valigia in mano, Perez. Partito da Bari, è passato da Gubbio, Pisa, Giulianova, Ascoli, Fino a Cosenza e Piacenza, dove la porta avversaria è diventata sempre più lontana: due gol in due anni. “È mancata la continuità – è la sua diagnosi – a Cosenza non hanno funzionato molte cose. A Piacenza giocavamo a una punta, poi è arrivato Ferrari e ha iniziato a fare due gol a partita, così gli spazi si sono ridotti”. L'argentino ora è a Bari e Perez lo ha sconfitto con la Virtus Francavilla: ai biancorossi pugliesi, squadra in cui è cresciuto senza mai esordire, Leonardo ha segnato gol pesanti. Quelli del pareggio in pieno recupero, a Cittadella prima e ad Ascoli poi. “Diciamo che quando affronto il Bari ho un pizzico alla gola perché non ho potuto esordire all'epoca della B con loro per delle norme legate al settore giovanile e poi mi sono fatto male al ginocchio”. Il nastro si riavvolge di 10 anni, in panchina c'era Antonio Conte: “Sono stato aggregato alcune volte alla prima squadra, si vedeva che sarebbe diventato un allenatore così importante. Ci torchiava tutti. Io davanti avevo Barreto, Caputo e Kutuzov: diciamo che c'era tanto da studiare. Tornare a Bari quest'estate? “Sinceramente ci ho pensato, ma non basta che ci pensi solo io…(sorride, ndr). Venivo da annate complicate e loro avevano altri obiettivi per l'attacco”.
Studiare e sognare. Cose che il Perez ragazzino faceva, sognando il campo verde e incollato alla televisione: “Sono stato sempre innamorato di Fernando Torres, tanto che i compagni di squadra spesso mi hanno chiamato El Niño. Il preferito in Italia? Magari vi stupirò. Dico Alfredo Donnarumma del Brescia”. Legame che va oltre il campo: “Eravamo in rosa insieme a Cittadella in B nel campionato 2013/2014. Non dico giocavamo, perché vedevamo poco il campo”. Un anno dopo, erano avversari: “Io ad Ascoli e lui a Teramo, in C – ricorda Perez – ma il rapporto di amicizia è rimasto estremamente solido. Tanto che quest'anno mi sono sposato e lui è stato uno dei due testimoni di nozze. È rimasto un ragazzo umile, eccezionale: sono contento di vederlo segnare in A, faccio il tifo per lui”.
Dall'amicizia con Donnarumma il nastro si riavvolge. Perez lo analizza tappa per tappa. Due anni a Pisa, tre e mezzo ad Ascoli: “Ad Ascoli sono stato benissimo, poi davanti a me avevo gente come Cacia, Favilli. Magari da riserva fai fatica, ma mi hanno voluto sempre bene. È stata anche la città in cui è maturato il rapporto con mia moglie”. Gli esordi a Gubbio sono l'occasione per un saluto speciale: “In campo ero molto cattivo, falloso, grintoso, ora ho visto che ci sono tornati Giammarioli come ds e mister Torrente. Con loro abbiamo vinto la C2, sono molto legato a loro e alla piazza”. Dieci anni dopo, Leo è maturo al punto giusto (“Merito anche della famiglia, l'aver avuto una figlia mi ha fatto maturare tanto”) e ha fede, nel vero senso della parola: “Chiedo sempre di tenere l'anello nuziale e chiedo all'arbitro di chiudere un occhio”. Riti da scaramantico doc, in tutto e per tutto: “Quando ho fatto un'intervista, qualche anno fa, ad Ascoli, arrivavo da 5 gol di fila. Dopo non ho più segnato. Quest'anno vorrei superare il mio record personale, di 12 reti nella stagione 2014/2015. Quindi stavolta spero di sentirvi molto presto..”. E giù risate. Perché a Francavilla Perez ha ritrovato il sorriso.
Luca Guerra
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