Ritratti – Graziani, il baby oro di Roma: “Il sogno con De Rossi, Gavi e la sfida con Mancini”
Il numero 10 della Primavera giallorossa si racconta: dalla delusione per la sconfitta in semifinale scudetto ai progetti futuri
3 agosto 2024, Rieti. Leonardo Graziani, 19 anni (20 li ha compiuto solo pochi giorni fa, il 21 maggio), non è in vacanza come la maggior parte dei ragazzi della sua età. Ha di meglio da fare: vivere un sogno. Spogliatoio dello stadio Manlio Scopigno di Rieti, la sua città natale. La Roma di De Rossi affronta in amichevole i greci dell’Olympiacos e lui – dopo aver svolto tutto il ritiro estivo con i giallorossi – si ritrova seduto al fianco di Mancini, Cristante, Dovbyk e Dybala.
Improvvisamente qualcuno dei ‘grandi’ si gira verso di lui: “Certo che il terreno di gioco non è proprio il massimo, me la prendo con te che sei di Rieti”. Risata generale, tranne che per Graziani. Lui è troppo emozionato per sciogliersi. A prenderne simpaticamente le difese arriva De Rossi. Qualche secondo, poi il baby talento della Roma si lascia andare: “Mister grazie, mi sta facendo vivere un sogno”. Che poco dopo si trasforma in realtà, quando l’allenatore giallorosso lo manda in campo al posto di Le Fee a 8 minuti dalla fine.
“In quel momento come per magia ho vissuto il film dei miei 12 anni nel settore giovanile giallorosso, è stato bellissimo”, racconta a GianlucaDiMarzio.com Leonardo Graziani, numero 10 e capitano della Roma Primavera, eliminata in semifinale scudetto dalla Fiorentina nonostante il vantaggio iniziale realizzato proprio dal baby talento.
“Ho sofferto tanto, lo scorso anno abbiamo perso la finale col Sassuolo, quest’anno la semifinale con la Fiorentina. In questa stagione sono stato più al centro del progetto, è stato un duro colpo”. Ma tempo per rifarsi ne avrà eccome, il futuro è tutto dalla sua parte.
Gli allenamenti in Prima squadra e la sfida con Mancini
Mezzala dal piede educatissimo, un 8 che in stagione ha quasi sempre giocato da 10. I segnali che arrivano intorno al talento di Graziani portano in un’unica direzione. Con Mourinho anni fa il primo allenamento con la Prima Squadra, una costante in questa stagione, a prescindere se in panchina ci fosse De Rossi, Juric o Ranieri.
“Da tutti loro ho imparato tanto, ogni allenamento è stato un insegnamento”, racconta Graziani. Che ricorda un episodio curioso: “Al termine di una seduta Mancini mi sfida ai tiri in porta, chi perdeva doveva pagare una pizza, trai pali si alternavano Gollini e Svilar. Ma è finita 1-1 e non ha pagato nessuno…”. Segnale di un feeling con il goal che Graziani ha nel DNA: 14 reti nella stagione regolare con la Primavera, una nelle Final Four Scudetto.
I video di Gavi e il futuro
Ora però è il tempo di guardare al futuro: “Il mio percorso con la Primavera si è concluso dopo 12 anni, adesso l’obiettivo è quello di continuare a dimostrare di poter fare quello che ho sempre fatto: il calciatore”. Idee chiare e tanto talento, la fiducia della Roma conferma. Graziani probabilmente il prossimo anno sarà ceduto in prestito per proseguire nel suo percorso di crescita. “La differenza principale tra Primavera e il calcio dei grandi sono i ritmi, si gioca sempre a uno o due tocchi e io mi trovo benissimo. Devo migliorare tanto, soprattutto in fase difensiva, ma sento la fiducia della Roma ed è importantissimo, questa società mi ha dato tanto”, racconta Leonardo.
Che fuori dal campo è un 20enne per certi versi atipico. “Non amo molto i social, sul mio profilo pubblico solo qualche foto sempre di campo. Alla Play invece ci gioco con gli amici: che sfide a Fifa o a Call of duty!”. Nella mente di Graziani c’è sempre e solo una palla che rotola: “Dopo gli allenamenti mi fermavo spesso in palestra, poi quando tornavo a casa guardavo su YouTube le skills di Gavi, Lamine Yamal e Neymar. Cerco di imparare tanto da loro, così come da tutti”. La strada giusta per trasformare in realtà quel progetto che ha in mente fin da bambino: una maglia da calcio, un pallone tra i piedi, un sorriso stampato in viso. La gioia di essere calciatore, l’obiettivo di Leonardo Graziani.