Bonucci: “Vialli maestro di vita, studio per diventare allenatore”

Leonardo Bonucci ha rilasciato alcune dichiarazioni a Vivo Azzurro sul suo passato da calciatore e sul futuro da allenatore
L’ex difensore della Juventus e dell’Italia ha ripercorso la sua carriera da calciatore ai microfoni di Vivo Azzurro. Trofei, momenti bui, le amicizie e il supporto incondizionato della famiglia. “Sono cresciuto nella zona medievale di Viterbo. Da subito il calcio è stato fondamentale nella mia vita. Volevo sempre giocare con mio fratello che ha 4 anni in più di me. Lui giocava con i suoi amici, tiravano forte ma io volevo stare con loro. Ero ‘capoccione’, sono sempre stato la mascotte del gruppo“.
Bonucci descrive la sua carriera come “odio e amore“: “Non mi sono mai nascosto, ho sempre fatto ciò che pensavo fosse giusto, ciò che testa, cuore e gambe dicevano. La mia carriera è passata da essere osannato alla Juventus a odiato per il trasferimento al Milan e poi di nuovo amato con la vittoria dell’Europeo. Le critiche sono state per me benzina, mi hanno permesso di raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato. Non ho rimorsi e rimpianti“.
La fortuna di Bonucci è stata sua moglie Martina e l’affetto dei figli: “Ho avuto la fortuna di incontrare mia moglie, ha sempre avuto una parola giusta ed è stata un porto sicuro. La malattia di mio figlio è stato un momento difficile. A oggi possiamo guardare avanti con il sole negli occhi perché Matteo sta bene e fa tutto ciò che deve fare un bimbo della sua età. Quando passi quei momenti capisci cos’è importante nella vita“.
Bonucci ha parlato del rapporto dentro e fuori dal campo con due amici e compagni storici come Barzagli e Chiellini: “BBC? E’ stato un gruppo di amici, a cui aggiungo la B di Buffon. Ci conoscevamo a memoria, ognuno aveva il suo ruolo dentro e fuori dal campo. E’ sempre stato un rapporto vero, schietto. Abbiamo anche discusso, ma lo abbiamo sempre fatto nel bene dell’altro“.
Bonucci: “Vialli un maestro di vita”
Leonardo Bonucci ha parlato della sua avventura in Nazionale: “La mia esperienza con l’Italia è stata a due facce. Le eliminazioni ai playoff per i Mondiali sono state cicatrici che non si rimargineranno mai. La più pesante quella dopo la vittoria dell’Europeo, perché in Qatar avremmo nuovamente fatto una grande cavalcata. Poi ci sono le grandi partite all’Europeo, quelle leniscono il dolore dei Mondiali“.
Sull’Europeo: “È il sogno di tanti bambini, sono riuscito a realizzarlo grazie a un grande gruppo e un grande allenatore, una grande squadra fuori dal campo. E’ stato l’apice della mia carriera, senza questa vittoria non sarebbe stata la stessa. La presenza di Luca (Vialli, ndr) era importante. Quando parlava sentivi un’energia diversa, ti entrava dentro. Ogni discorso che faceva ti lasciava un insegnamento, per me è stato un maestro di vita“.
Una carriera da allenatore
Bonucci sta vivendo il secondo tempo della sua vita da sportivo. L’ex difensore si è ritirato, ma il calcio resta la sua quotidianità: “Carriera da allenatore? L’idea c’è, sto studiando per il corso UEFA A. L’obiettivo è allenare una grande squadra o la Nazionale. Sto aspettando di vedere se mi scatta lo stesso fuoco che mi è scattato quando ero un calciatore. Se non intraprendessi una carriera da allenatore mi dedicherei alla mia famiglia“.
“Due allenatori a cui ruberei qualche segreto da allenatore sono Conte e Mancini. Conte per la passione e il fuoco che ha dentro, Mancini per la calma e la capacità di trovare sempre le parole giuste. Tatticamente mi hanno insegnato tanto, se la mia prossima avventura sarà in panchina mi ispirerò a loro“.