Propositivo, intenso, coeso e ambizioso. Sono i quattro aggettivi perfetti per descrivere il Lens di Franck Haise, squadra rivelazione in queste prime due giornate di Champions League. Primo in classifica con quattro punti e a +1 dall’Arsenal, battuto per 2-1, il Lens sta stupendo tutti nonostante diverse cessioni pesanti negli ultimi anni. Per ultime, quelle nel corso dell’estate, di Lois Openda (capocannoniere del club nella scorsa stagione) al Lipsia e di Seko Fofana in Arabia Saudita. Ma il Lens forma calciatori, li cede, ne acquista altri di prospettiva e prosegue il ciclo. Lo ha fatto negli anni passati e continua a farlo.
Il merito dei successi è anche e soprattutto di Franck Haise, allenatore al suo quinto anno sulla stessa panchina, che ha portato il club dalla Ligue 2 a giocare la Champions League.
Oggi sembra quasi un veterano in panchina, ma Haise è soltanto alla prima esperienza da allenatore in un club senior. Ex calciatore professionista, ha accettato la panchina del Lens nel febbraio del 2020 subentrando a Philippe Montanier. Nello stesso anno ottenne la promozione in Ligue 1, da esordiente poi conquistò un ottimo settimo posto in campionato, ripetuto la scorsa stagione sfiorando l’Europa.
“Non ci dobbiamo porre limiti”, ha dichiarato Haise ai canali ufficiali della Ligue 1 nei mesi passati. Una squadra ambiziosa, consapevole della propria crescita e del proprio valore, che dopo aver sfiorato l’Europa per due anni consecutivi, ha conquistato la Champions League e adesso non vuole porsi limiti, ma senza perdere di vista il valore delle altre squadre. È questa la mentalità che Haise è riuscito a trasmettere ai suoi. Carismatico in panchina, l’allenatore francese vive le partite a immagine e somiglianza della sua squadra: in maniera intensa e rimanendo sempre sul pezzo, non lasciando mai nulla al caso.
Un po’ Gasperini, un po’ Conte, Haise ha dato un’identità ben precisa al Lens dal punto di vista tattico: propositiva in fase di possesso, compatta e coesa in non possesso. La sua è infatti una squadra che negli ultimi anni ha entusiasmato l’opinione pubblica francese per il gioco espresso, una sorta di “Atalanta” in patria. È però anche un gruppo che sa vincere in maniera “sporca”. Bella da vedere, sì. Ma anche pragmatica e capace di soffrire quando la partita lo richiede.
E nonostante tutto, la stagione non era iniziata nel migliore dei modi dopo il secondo posto (a -1 dal PSG) del campionato precedente. Quattro sconfitte e un pareggio nelle prime cinque di Ligue 1, un inizio da incubo. Poi il pareggio in casa del Siviglia alla prima di Champions a segnare una nuova ripartenza. Da lì tre vittorie consecutive, due in Ligue 1 e quella contro l’Arsenal.
Thierry Henry ha definito il Lens come una squadra “contagiosa”, sia per quanto espresso in campo, sia per quanto si percepisce da fuori. Uno dei segreti dell’allenatore francese è infatti l’atmosfera all’interno del gruppo. Un esempio pratico? Quando Jonathan Clauss, ex giocatore del Lens, fu convocato dalla Francia a marzo 2022, sono emersi dei filmati in cui la squadra festeggiava con grande entusiasmo il traguardo raggiunto dal calciatore. Quasi come fosse un successo dell’intera squadra.
Gruppo che comunque Haise è riuscito ad amalgamare anche con tecniche particolari. Tra queste, le sedute di yoga a cui i calciatori sono sottoposti con regolarità nell’arco della stagione. Il motivo? “Penso che sia un buon momento della settimana per recuperare, assumendo determinate posizioni, ma anche per concentrarsi su sé stessi. I giocatori sono molto impegnati e avere un momento di tranquillità, in cui poter riflettere, può essere una buona cosa”, ha dichiarato Haise in un’intervista ai canali ufficiali della Ligue 1. A conferma dell’importanza che la serenità mentale ha per Haise, c’è la presenza di uno psicologo all’interno del proprio staff che, periodicamente, si mette a disposizione dei calciatori per alcune sedute.
Nessun “nuovo” Mbappé, Messi o Lewandowski in squadra. La forza del Lens è il gruppo. C’è chi però in questa stagione sta provando a emergere con ottime prestazioni. Anche in questo caso, grandi meriti vanno a Franck Haise, che – altra similitudine con Gasperini e l’Atalanta – ha dimostrato negli ultimi due anni di saper valorizzare al meglio le qualità dei singoli. Un esempio è Seko Fofana (QUI una nostra intervista del 2021), ex Udinese e passato al Lens nel 2020, ma adesso in Arabia Saudita all’Al Nassr.
Tra questi c’è Florian Sotoca, attaccante che Haise impiega praticamente in ogni zona del reparto offensivo. Come per l’allenatore, anche per lui è il quinto anno con la maglia del Lens e ha sempre mantenuto un rendimento costante. Solo un infortunio in cinque stagioni, 154 partite totali e 32 gol, mantenendo una media di 7-8 reti a campionato. Nell’attuale stagione ha sempre giocato dal 1′ e difficilmente Haise ci rinuncia, anche a partita in corso.
Se però Sotoca, dopo le ultime stagioni, è una certezza, c’è chi invece sta emergendo adesso dopo un inizio complicato. Parliamo di Elye Wahi, attaccante francese classe 2003 arrivato dal Montpellier, dove ha segnato 29 gol negli ultimi due campionati. Nonostante la giovane età, Wahi è stato pagato 30 milioni di euro ed è stato scelto come successore di Openda, venduto a quasi 40 milioni al Lipsia dopo i 21 gol dell’ultimo campionato. Dopo un inizio senza reti, Wahi ha segnato due reti decisive: una nello 0-1 in casa dello Strasburgo e una nel 2-1 finale contro l’Arsenal.
Le reti di Wahi, la costanza e la leadership di Sotoca, la forza di un gruppo partito dal basso e arrivato in Champions League. Il Lens si gode il primo posto nel girone B e continua a sognare. Pas de limites.
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